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Aracnofobia dilagante: il ragno “violino”

Aumentano i casi di morso del ragno “violino”, l’ultimo a Venezia dove una donna 25 enne si è ritrovata la gamba in necrosi dopo la puntura, finendo in ospedale: «Poteva andare in cancrena».

M.B., 25enne parrucchiera veneziana, era stata morsa da un ragno ” violino “: «Inizialmente non ci avevo dato troppo peso, poi però mi sono resa conto che quel bozzo aveva qualcosa di strano e sono andata all’ospedale». L’episodio risale a domenica 11 agosto.

Solo dopo un paio di giorni, tuttavia, ha notato il segno del morso. In seguito si è accorta che non solo non si era “sgonfiarto”, ma che attorno al gonfiore si era formato un preoccupante livido nero.

All’ospedale Angelo di Mestre, i medici l’hanno medicata e sottoposta a cura antibiotica. «Al momento – spiega – sono seguita da un centro medico specializzato di Marghera. Mi hanno prescritto degli antibiotici, se dovesse peggiorare ulteriormente però sono già in contatto con il centro antiveleni di Bologna».

Il morso del ragno violino

La giovane ha una ferita dolorosa ma, per fortuna, è riuscita a fermare tempestivamente l’infezione. Perché, come spiega Barbara Palazzi del Sisp (Servizio igiene e sanità pubblica, sopra, in foto) dell’Ulss 3 Serenissima, spesso il grande problema delle conseguenze del morso di ragno violino è collegata alla diffusione dell’infezione batterica.

Il ragno violino è di colore giallo-marrone, con lunghe zampe. Le dimensioni variano tra i 7 mm e i 9 mm, le femmine sono generalmente più grandi dei maschi. In Italia, il ragno violino generalmente vive in ambienti chiusi durante la stagione invernale, visto lo scarso feeling con le basse temperature. In estate, è possibile trovarlo anche all’aperto. Di giorno, tende a rimanere all’interno di cavità e fessure, dietro mobili o battiscopa. Tende a nascondersi anche nella biancheria, tra le pieghe delle tende o addirittura nelle scarpe. Di notte, i movimenti diventano più frequenti.

Un morso del ragno violino inizialmente non presenta sintomi evidenti. In seguito, si manifesta con rossore, prurito e formicolio. Nel giro di 2-3 giorni la situazione può peggiorare sensibilmente, fino alla formazione di ulcere sulla ferita nella quale possono proliferare batteri anaerobi. Il soggetto morso può avere febbre e rash cutaneo( rush: eruzione), con un decorso che in teoria può portare danni ai muscoli, lesioni a reni ed emorragie. In alcuni casi, inoltre, può essere necessario un trattamento in camera iperbarica.

In caso di morso di ragno, il primo passo richiede un abbondante lavaggio della ferita con acqua e sapone. E’ importante osservare se la ferita tende ad arrossarsi con una parte centrale più scura. Può essere utile catturare il ragno e conservarlo, anche se è stato ucciso: valutando il capo al microscopio si evidenzia la presenza di 6 occhi invece di 8, come è tipico per tutti gli altri ragni.

Come ho già trattato in un precedente articolo sull’argomento, non bisogna lasciarsi prendere dall’aracnofobia, la paura di ragni e insetti simili. Anche perché ne esistono migliaia di specie più o meno pericolose, soprattutto con la sempre crescente globalizzazione. Negli anni ’80, infatti, dilagò la paura per la presenza del ragno “brasiliano” intrufolatosi in un container contenente banane dal Brasile.

Semplici accortezze, necessarie, possono evitarci spiacevoli conseguenze.

(Fonti: ADNKronos, Leggo)

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