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Quale ius per italianizzare gli stranieri immigrati?

È il famigerato “ius scholae” l’elemento che unisce le varie proposte di legge presentate in Parlamento, tutte da parte di esponenti del centrosinistra, per rivedere la legge sulla cittadinanza, sulla “scia” del testo approdato in Aula alla Camera al termine della precedente legislatura e poi naufragato anche per lo scioglimento anticipato del Parlamento. Nel frattempo si riapre il dibattito sul tema, con lo scontro tra Forza Italia e Lega su Ius soli e cittadinanza “acquisita”.

A partire dal disegno di legge a firma della senatrice del Pd ed ex capogruppo Simona Malpezzi(in foto, sopra), che prevede la concessione della cittadinanza italiana al minore stra­niero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, che risieda legalmente nel nostro Paese e che abbia frequentato in maniera regolare per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale ido­nei al conseguimento di una qualifica pro­fessionale. Contenuti questi che si ritrovano anche nella proposta depositata dalla capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, e in quella della deputata M5S Vittoria Baldino.

Vanno oltre, prevedendo anche il cosiddetto” ius soli”, le proposte dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini(in foto), del deputato del Pd Matteo Orfini e del senatore Dem Francesco Verducci. Nella proposta “boldriniana” la cittadinanza viene riconosciuta ai nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno, al momento della nascita del figlio e a chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di di cui almeno uno nato in Italia.

La proposta Orfini prevede lo ius soli per i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri, di cui almeno uno vi risieda legalmente senza interruzioni da non meno di cinque anni o sia in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo.

Simile il  testo di Verducci, in base al quale acquista la cittadinanza chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, dei quali almeno uno sia in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo. Requisito decisivo per l’otte­nimento di uno dei suddetti titoli, si ricorda, è il sog­giorno per almeno cinque anni in Italia.

Ed infine la proposta presentata la settimana scorsa alla Camera dal responsabile Sport del Pd, Mauro Berruto, per disciplinare il tesseramento dei minori stranieri nati in Italia presso le società e associazioni sportive e i casi di concessione della cittadinanza.

Ovviamente, fatta la legge, si troverà l’inganno, come capita spesso con false dichiarazioni, come per il reddito di cittadinanza. Senza politiche serie sull’immigrazione e sull’integrazione, ci ritroveremo in Italia milioni di nuovi “italiani” che non parleranno nemmeno la nostra lingua, non rispetteranno la Costituzione della Repubblica e imporranno sempre di più, incalzando, protetti dalla democrazia( perché è il numero che vince) le loro pretese di usi e religioni, infischiandosene della laicità.

Non è razzismo, ma semplice logica, corroborata dalle esperienze europee al riguardo. Di certo, chi viene illegalmente(tutti) in Italia, non farà un bell’affare, in questa nazione corrotta, violenta, sull’orlo della bancarotta.

Ben venga l’immigrazione, sia chiaro. Una coppia di italiani, in media, genera un solo figlio, mentre gli stranieri siano essi latinos sudamericani, slavi o afro-mediorentali(fino all’Afghanista!) prolificano almeno quattro volte di più. E in un mondo dove gli stati non sono più paesi, ma aziende, avere servitori numerosi del gran Leviatano chiamato Economia è una necessità, la nuova ragion di stato.

Crisi economiche, guerre, carestie, sono sì più che dovute giustificazioni dell’immigrazione, ma il sentore generale dei cittadini è di una lenta e costante invasione iniziata l’8 agosto del 1990 con l’approdo di 20mila albanesi con la nave dirottata “Vlora”. Da allora sono innumerevoli gli episodi di non-integrazione, di criminalità accaduti. Ma per i signori e le signore del Pd & co. significano voti. L’italianità non è mai esistita, sia chiaro. Siamo tutti discendenti di popolazioni nomadi e conquiste passate che hanno fatto dell’italiano medio un mix genetico e culturale che oggi diserta le urne, segue Temptation Island e paga le tasse. La stessa unità geopolitica è frutto di innumerevoli cambiamenti egemonici, dagli arabi ai normanni agli spagnoli ai francesi, partendo da greci ed etruschi e dalle popolazioni indo-europee.

Ma una legiferazione sull’attuale fenomeno migratorio è indispensabile, o un giorno non lontano potrà irrimediabilmente presentarsi il rischio( già occorso tra noi italiani, vedi Salò e non solo) di una guerra civile.

(per i dettagli , fonte: ADNKronos)

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