“La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, attesa con grande entusiasmo e concepita per celebrare la grandezza della Francia e l’unità del movimento olimpico, si è trasformata in un caos chiassoso, confusionario e autocelebrativo. Quella che doveva essere una solenne celebrazione della cultura francese ha preso una piega inaspettatamente negativa, divenendo una sfilata di errori banali, accompagnata da ideologismi triti e scontati.”
Così la Conferenza dei vescovi di Francia ha criticato aspramente le “scene di derisione e di scherno nei confronti del cristianesimo” – dalla serata inaugurale dei Giochi di Parigi. Le critiche si riferivano alla coreografia, o meglio alla parodia di cattivo gusto della celebre Ultima Cena di Leonardo da Vinci, affresco esposto a Milano nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie, in cui il Cristo è sostituito e rappresentato da una donna(?) obesa e i discepoli da persone queer e trans, tra cui anche un bambino. “Questa mattina pensiamo a tutti i cristiani di tutti i continenti che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione delle scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti”, si legge nel comunicato dei vescovi francesi.
Thomas Jolly(in foto) ideatore della cerimonia replica alle critiche : “Non volevo essere sovversivo, né choccare nessuno. Semplicemente in Francia abbiamo il diritto di amarci come vogliamo e con chi vogliamo”.
Anche i vescovi italiani hanno duramente criticato alcuni passaggi della cerimonia d’apertura di sabato sulla Senna durata oltre tre ore e mezza, affidando commento più che negativo ad un editoriale della loro agenzia Sir.
Particolarmente aspro il commento istantaneo dell’arcivescovo Vincenzo Paglia(sopra, in foto), presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ha espresso il suo dissenso in un’intervista a Il Giornale: “I vescovi francesi sottolineano quanto sia importante oggi attraverso i valori sportivi e quelli olimpici promuovere nel mondo intero la ‘fraternità’ – come non ricordare anche le altre due dimensioni: ‘libertà e uguaglianza’! – nel rispetto di tutti. Questo alto ideale è stato infangato da una blasfema derisione di uno dei momenti più santi del cristianesimo“. Paglia ha aggiunto che “i valori olimpici e sportivi non hanno bisogno di essere sostenuti da tali scene certamente non rispettose”.
“La controversa decisione di presentare drag queen che hanno riproposto ‘L’ultima Cena’ di Leonardo da Vinci si inserisce in un tentativo maldestro di forzare il tema dell’inclusività, senza tenere conto della sensibilità religiosa di miliardi di persone”, ha sottolineato monsignor Doriano Vincenzo De Luca, prelato della Chiesa di Napoli. “Ci si chiede quale sia stato il messaggio che si intendeva comunicare attraverso un gesto così provocatorio: l’inclusività, per quanto fondamentale, deve sempre andare di pari passo con il rispetto e la comprensione”, ha osservato. Secondo De Luca, “offendere sentimenti religiosi profondi in nome di una presunta apertura mentale non solo tradisce i presunti valori espressi nel celebre motto ‘liberté, égalité, fraternité’, ma minaccia di sminuire lo spirito dei Giochi olimpici, che dovrebbero essere una celebrazione di unità e diversità, piuttosto che un’occasione per generare divisioni e conflitti”.
Ad ogni modo, il vincitore di “Drag Race France,” Le Filip, ha replicato che la scena li ha sorpresi positivamente e li ha resi orgogliosi. “Il governo (francese, si intende) sa cosa sta facendo. Vogliono mostrarsi al mondo nel miglior modo possibile. Non hanno voluto imporre alcuna censura nell’espressione,” ha detto Le Filip all’Associated Press.
Monsignor De Luca ha criticato anche l’organizzazione della cerimonia parigina nel suo compesso. “Se l’intento della Francia era quello di dimostrare grandezza e leadership sul palcoscenico mondiale, il risultato è stato invece uno spettacolo deprimente di disorganizzazione e superficialità, lontano dall’eleganza e dalla dignità che ci si attendeva da un evento di tale portata. Quando si lascia prevalere la confusione e la disarmonia, si disperde l’atmosfera di celebrazione e si perde il rispetto non solo per gli atleti, ma anche per i valori di dignità e inclusività che i Giochi rappresentano.”
Le critiche dei vescovi italiani hanno toccato molti altri aspetti di questa cerimonia, come “l’immagine del presidente Sergio Mattarella, spettinato e zuppo d’acqua, diventata emblematica di una gestione organizzativa fallimentare( mentre Macron e amici erano al coperto, palco d’onore).” Inoltre, “l’imbarazzante scivolone di issare la bandiera olimpica al contrario” ha provocato sorpresa e perfino ilarità tra gli spettatori, minando il significato di unità e rispetto che il gesto avrebbe dovuto trasmettere.”
Il quotidiano dei vescovi, L’Avvenire, ha commentato online la cerimonia, domandando “che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride?” Ha poi criticato “sbertucciare anche L’ultima Cena con un apostolato di drag queen che in confronto le ballerine del Moulin Rouge passano per delle educande: un’offesa gratuita e di cattivo gusto ovviamente non soltanto all’arte, ma anche e soprattutto alla sensibilità religiosa di tanti, peraltro in lampante contrasto con quella sbandierata (ma a senso unico) volontà di tutelare qualsivoglia credo, preferenza e orientamento.”
La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, concepita per essere una celebrazione magnificente della cultura e dei valori universali, ha invece generato, al contrario, forti critiche e controversie, mettendo in evidenza le difficoltà di coniugare spettacolarità, rispetto e considerazione delle molteplici sensibilità, anche religiose e inclusività in un evento di tale portata.
Contraddizioni sono queste che si generano ad ogni olimpiade, ma la questione sessuale(“gender”) si fa sempre più pressante con imposizioni che scatenano, ovviamente, forti critiche.
Ma la macchina di distrazione di massa olimpionica va avanti, con le spese e le contraddizioni.
NOTA CURIOSA
Avete notato la bandiera del Mozambico? Non rappresenta di certo valori “buoni” con il mitragliatore Kalashnikov in evidenza:
La vanga, come simbolo, è accettabile, rappresentando il lavoro agricolo che è nobile e ispira alla bontà della natura con i suoi frutti, così come il libro, che è liberta di apprendimento e conoscenza. Ma il Kalashnikov? Sapevate che è l’arma più diffusa al mondo, soprattutto in quelle zone del mondo dove la vita vale zero?
Mah!
(Fonti: Il Giornale, Associated Press)