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Lo sbarco sulla Luna: “un piccolo passo per l’uomo…”

“… un grande salto per l’umanità!”. 55 anni fa lo sbarco degli astronauti dell’Apollo 11 .

il 20 luglio 1969 la missione spaziale del programma Apollo della NASA portò i primi esseri umani sulla Luna: l’astronauta Neil Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, seguito poco dopo da Buzz Aldrin.Il terzo membro dell’equipaggio, Michael Collins, pilota del modulo di comando, rimase nell’orbita lunare.

L’impronta dell’uomo è ancora lì, nella vastità della desolazione lunare, a ricordare la grandezza del genio umano.

Dopo l’impresa di Yury Gagarin nell’orbitare intorno alla terra ad opera dei russi, era necessario per gli Usa dimostrare il loro valore scientifico spaziale. Fu con Nixon che la missione venne portata a termine con successo. Nixon stesso contattò gli astronauti: “la più storica chiamata mai fatta dalla Casa Bianca” la definì.

Nel giorno dei 55 anni dallo sbarco degli astronauti della missione Apollo 11, la NASA ha sottolineato l’importanza dell’impresa arrivata poco più di otto anni dopo il primo volo nello spazio del cosmonauta russo Yuri Gagarin, seguito a stretto giro da quello dell’astronauta statunitense Alan Shepard.

EXTRA-GEO-POLITICA

E’ ironico pensarlo, ma la realtà è che la conquista dello spazio è stata all’inizio un mezzo di propaganda extra-geo-politica. Come prodotto della disputa da “guerra fredda” tra Usa e l’allora Urss possiamo affermare che l’agonismo mediatico è stato il punto di svolta per la nostra evoluzione conoscitiva del satellite tanto amato.

Gli anni ’60 del secolo scorso erano permeati dalla Guerra fredda e, ricorda la Nasa, fu il presidente John F. Kennedy nel maggio del 1961 a definire l’obiettivo nazionale di far atterrare il primo uomo sulla Luna prima della fine del decennio. “L’iconica impronta dell’astronauta Buzz Aldrin(in foto sopra) sulla superficie della Luna ora ci spinge a guardare al prossimo grande passo: inviare i prossimi astronauti sulla Luna con le nostre missioni” ha aggiunto la NASA che sta preparando il ritorno degli umani sulla superficie lunare nel nuovo programma di esplorazione Artemis.

Secondo i programmi di lancio, la prima missione con equipaggio (Artemis 2) dovrebbe avvenire verso fine 2025, mentre l’allunaggio vero e proprio è al momento pianificato entro fine 2026, nell’ambito della missione Artemis 3.

“La NASA farà la storia inviando astronauti a esplorare una regione vicino al Polo Sud della Luna” dove ci si attende di poter utilizzare il ghiaccio d’acqua presente nel fondo dei crateri per poter stabilire, nel lungo termine, una base permanente che faciliti le missioni umane su Marte. I possibili siti di allunaggio sono già stati identificati (complessivamente 13) e, nel complesso, comprendono aree con diverse caratteristiche geologiche, fornendo nel loro insieme più opzioni per tutte le potenziali finestre di lancio.

Ho conservato da qualche parte una medaglia celebrativa dell’evento, che mi ha lasciato mio padre. Fu coniata nel ’69, varrà si e no 50 euro, ma per me ha un valore non solo effettivo, ma intellettuale. Anni fa ho visto la “live” di Tito Stagno dell’allunaggio, e anche se ho visto tonnellate di film di fantascienza, ho provato una forte emozione nel vedere la diretta Rai dell’epoca. E’ la realtà.

William Burroughs diceva che “la fantascienza ha la cattiva abitudine di diventare realtà”, e concordo pienamente.

In occasione di questo anniversario, non posso fare altro che ripetere l’incipit di Star Trek:

“…To boldly go where no man has gone before…!” ( per arrivare coraggiosamente dove nessun uomo è giunto prima).

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