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Migranti disperati si buttano in mare per scappare dai libici

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Un altro tentativo di respingimento illegale nel Mediterraneo centrale. Lo denuncia Medici senza Frontiere, che ha portato a termine l’ennesimo soccorso in acque internazionali.

87 migranti, che viaggiavano su “un gommone sovraffollato e non idoneo alla navigazione”, salvati dalla nave Geo Barents di Medici senza Frontiere. Come ha denunciato la ong sui social media, il salvataggio è stato ostacolato dall’intervento delle autorità libiche. “Questa mattina, mentre le squadre di Medici senza frontiere stavano effettuando il salvataggio di un gommone in pericolo – racconta la ong – un pattugliatore libico si è avvicinato, mettendo in pericolo la sicurezza di tutti”. Quando sono arrivati i libici, un’imbarcazione della Stability Support Apparatus della Libia, molti dei migranti a bordo “si sono gettati in acqua. Successivamente hanno detto alle nostre squadre che preferivano morire in mare piuttosto che essere riportati nel luogo da cui stavano fuggendo”. L’equipaggio della ong è riuscito comunque a recuperare tutti, con il supporto aereo di Sea Watch, e adesso le 87 persone, tra cui molti bambini e neonati, sono al sicuro sulla Geo Barents. “Condanniamo fermamente questo comportamento sconsiderato che ha messo in pericolo la vita delle persone soccorse”.

Nel mediterraneo hanno luogo tragedie ogni giorno, e la disperazione di chi non vuole finire tra le grinfie libiche è tale da commettere gesti suicidi. Gettarsi in acqua e nuotare in mezzo al mare rappresenta l’ultima speranza di chi soffre.

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