Home Cultura Auguri, FIAT!

Auguri, FIAT!

73
0

Fiat compie 125 anni, la storia del marchio simbolo dell’industria automobilistica italiana.

Fiat celebra il suo 125° anniversario.

Fondata l’11 luglio 1899 a Palazzo Bricherasio a Torino, la Fabbrica Italiana Automobili Torino (Fiat) ha giocato un ruolo primario nell’evoluzione dell’industria automobilistica globale. Nel corso degli anni, Fiat è diventata una colonna portante della storia economica italiana del Novecento. L’azienda, che si è occupata principalmente di automobili ma anche di altri settori, è cresciuta fino a diventare il più importante gruppo finanziario e industriale di massa privato italiano del XX secolo. È stata la prima holding del Paese e, nel settore automobilistico, la più grande casa produttrice d’Europa e la terza al mondo, dopo le americane General Motors e Ford.

L’età dell’oro di Fiat terminò purtroppo alla fine degli anni Ottanta con la crisi dell’industria automobilistica torinese. Ma Fiat è riuscita a sopravvivere. Nonostante le numerose difficoltà, l’azienda ha saputo adattarsi e superare le crisi, pur dovendo rinunciare a “camminare da sola”. Negli anni si è fusa prima con Chrysler per formare Fca e poi con Psa per creare Stellantis.

Dalla fondazione nel 1899 e il primo modello

Fiat nacque grazie alla visione di un gruppo di investitori torinesi, tra cui “l’avvocato” Giovanni Agnelli, che videro le potenzialità dell’automobile in un’epoca dominata da cavalli e carretti. L’idea di produrre automobili su scala industriale era nata dagli amici Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti, già fondatori dell’Automobile Club d’Italia. Visto il successo ottenuto dalla loro automobile artigianale “Welleyes”, proposero a un gruppo di conoscenti di acquisire le competenze della “Accomandita Ceirano & C.” per trasferirle quindi su scala industriale. Oltre ai promotori, parteciparono all’iniziativa il conte Roberto Biscaretti di Ruffia, il marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, il banchiere Michele Ceriana Mayneri, l’avvocato Carlo Racca, il possidente Lodovico Scarfiotti, l’agente di cambio Luigi Damevino e l’industriale Michele Lanza. Il giorno prima della costituzione, Lanza si ritirò e parte della sua quota fu assunta da Giovanni Agnelli, coinvolto in extremis da Scarfiotti.

Un bel “pool” con gli attributi e la volontà di sfidare il tempo.

Dopo i primi incontri tenuti nel caffè di madame Burello e forte dell’appoggio finanziario garantito dal “Banco di Sconto e Sete” di Torino, il gruppo si riunì, l’11 luglio 1899 a Palazzo Bricherasio per sottoscrivere l’atto di nascita di Fia (Fabbrica Italiana di Automobili)”, nome che già nel corso dell’anno fu poi cambiato in Fiat. All’inizio, il capitale sociale era di 800mila lire, per un totale di 4mila azioni. La presidenza fu affidata a Ludovico Scarfiotti.

Il primo modello prodotto dalla neonata azienda fu la Fiat 3½ HP(in foto), costruita in otto esemplari nel 1899. Questo veicolo, che poteva raggiungere una velocità massima di 35 km/h, rappresentava un capolavoro di ingegneria per l’epoca. Nei primi anni del XX secolo, Fiat si concentrò sulla produzione di veicoli di lusso e di alta qualità, espandendo rapidamente la sua gamma di prodotti per includere veicoli commerciali e macchine agricole.

Fiat: dai veicoli militari alla nascita della 500 “Topolino”

Durante la Prima Guerra Mondiale, Fiat giocò un ruolo cruciale nella produzione di veicoli militari. Dopo la guerra, l’azienda si espanse rapidamente, costruendo nuove fabbriche e aumentando la produzione. Nel 1916, l’azienda iniziò la costruzione del suo più famoso stabilimento produttivo denominato Lingotto, all’epoca la più grande e moderna d’Europa, che entrò in funzione nel 1923.

Negli anni ’30, Fiat lanciò modelli che sarebbero diventati icone dell’automobilismo, come la Fiat 500 “Topolino”(in foto), una delle prime vetture popolari progettate per essere accessibili alle masse, la Fiat 6 cilindri 1500 o la Fiat 508 Balilla. Nel periodo tra le due guerre, Fiat si impegnò in una serie di innovazioni tecnologiche, migliorando i motori a benzina e sviluppando nuovi materiali. La politica autarchica voluta da Mussolini impedì l’espansione all’estero dell’azienda, ma favorì la sua crescita nel mercato interno.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, Fiat fu nuovamente coinvolta nella produzione bellica. Le fabbriche furono convertite per costruire veicoli militari, aeroplani e altri materiali di guerra. La fine del conflitto lasciò Fiat con impianti danneggiati e la necessità di ricostruire. Poco prima dello scoppio della guerra, venne inaugurato il nuovo stabilimento di Mirafiori, dove fu introdotta la turnazione del lavoro sulle 24 ore.

Fiat: la 500 accompagna il boom economico italiano

Nel dopoguerra, Fiat fu al centro della ricostruzione industriale italiana. Il modello 500, rilanciato come “Nuova 500” nel 1957, diventò simbolo del boom economico italiano. Fiat si espanse a livello internazionale, aprendo fabbriche e stringendo alleanze in tutto il mondo. Negli anni successivi l’azienda consolidò la sua presenza globale divenendo una chiara espressione del “Made in Italy”. La casa torinese iniziò a esportare i suoi veicoli in tutto il mondo e a stabilire joint venture in paesi come la Spagna, la Russia e il Brasile.

Nel 1965, Fiat annunciò una partnership con Ferrari per lo sviluppo di motori sportivi, che portò alla creazione del marchio Dino. Nel 1969, Ferrari entrò a far parte del Gruppo Fiat mantenendo la propria autonomia. In un comunicato congiunto, si stabilì che Fiat avrebbe acquisito il 50% di Ferrari per assicurare la continuità e lo sviluppo dell’azienda, cosa che fu mantenuta fino alla morte di Enzo Ferrari.

Nel 1966, viene lanciata la Fiat 124, (lanciata anche in Unione Sovietica col nome Lada) che divenne uno dei modelli più venduti e fu prodotta su licenza in diversi paesi. Negli anni settanta invece arrivarono la Fiat 127 e l’iconica Fiat 126, ancora oggi amata e ambita dai collezionisti. Nel 1978, Fiat Auto S.p.A. riorganizzò le divisioni automobilistiche, integrando Fiat, Lancia, Autobianchi e Abarth, e creando Iveco per i veicoli industriali.

La Fiat Panda

Negli anni Ottanta, Fiat attraversò una fase di notevole crescita e innovazione, consolidandosi come uno dei principali produttori automobilistici mondiali. L’azienda rinnovò completamente la sua gamma di modelli introducendo grandi novità per ogni segmento di mercato. Le vendite di marchi come Fiat, Lancia e Autobianchi raggiunsero livelli elevati, contribuendo a far diventare Fiat il maggiore produttore automobilistico europeo e il quinto più grande al mondo.

Durante questo periodo, Fiat acquisì anche Alfa Romeo nel 1986, rilevandola dalla crisi finanziaria mentre nel 1982, la cooperazione con Seat fu interrotta a causa di divergenze riguardanti un aumento di capitale richiesto dal governo spagnolo. Nel 1988, dopo la morte di Enzo Ferrari, il 90% delle azioni della Ferrari fu acquisito dal Gruppo Fiat, incorporando così il marchio nella holding. Fiat continuò la sua espansione globale con successo, focalizzandosi su mercati come l’America Latina, in particolare il Brasile, mentre abbandonò il difficile mercato nordamericano nel 1982.

In questi anni furono introdotti alcuni modelli che divennero simboli dell’azienda. Nel 1980 arrivò la Fiat Panda che divenne un pilastro del marchio grazie alla sua abitabilità, robustezza e prezzi competitivi. Nel 1983 è il turno della Uno che divenne l’auto più venduta nella storia di Fiat e venne premiata come Auto dell’anno nel 1984. Altri modelli storici furono la Croma del 1985, sviluppata con SAAB, e la Tipo del 1988, caratterizzata da innovazioni come la zincatura completa della carrozzeria e la strumentazione digitale. Fiat innovò anche nei motori, introducendo alcuni motori che sono ancora oggi utilizzati nelle attuali citycar del Gruppo FCA. Nel 1993, Fiat acquisì Maserati consolidando la sua posizione nel segmento delle auto di lusso e delle vetture sportive.

Gli anni duemila: la crisi e l’era Marchionne

All’inizio del nuovo millennio, Fiat affrontò una grave crisi finanziaria che portò a una drastica riduzione delle vendite e alla necessità di una ristrutturazione. A salvare il Gruppo fu Sergio Marchionne, nominato amministratore delegato di Fait nel 2004, che giocò un ruolo cruciale nella rinascita dell’azienda. Con una visione strategica chiara, Marchionne focalizzò i suoi sforzi su una ristrutturazione aggressiva e su nuovi modelli di successo, portando il gruppo fuori dalla crisi e rilanciando il marchio a livello internazionale.

Nonostante le difficoltà del periodo, vennero lanciati alcuni modelli di grande successo come la nuova Panda nel 2003, la Grande Punto e soprattutto la nuova 500. Con linee rétro ispirate all’antenata del 1957, la 500 ottenne un’ottima accoglienza dal pubblico e fu eletta Auto dell’Anno 2008. Questo modello divenne un simbolo del rilancio del marchio sotto la guida di Marchionne, grazie anche al successo nei mercati internazionali, incluso il Nord America.

Marchionne aveva la visione di trasformare Fiat nel secondo gruppo automobilistico mondiale, cercando di acquisire altre case automobilistiche. Dopo aver acquisito il 20% di Chrysler nel 2009, Fiat aumenta progressivamente la sua quota, raggiungendo il 58,5% nel 2012 e il 100% nel gennaio 2014. Nasce così FCA, Fiat Chrysler Automobiles. La fusione effettiva avviene il 12 ottobre 2014, con sede legale in Olanda e domicilio fiscale nel Regno Unito. Nel 2015, Marchionne propone una fusione con General Motors, che viene respinta, e pianifica un’offerta pubblica d’acquisto, poi abbandonata. Nel 2019, FCA propone una fusione con Renault che avrebbe creato il terzo gruppo automobilistico mondiale. Nonostante l’interesse di Renault, la proposta viene ritirata a causa delle condizioni imposte dal governo francese e delle incertezze di Nissan.

Da Fiat a gruppo Stellantis

Il 30 ottobre 2019, FCA e il gruppo industriale francese PSA, proprietario dei marchi automobilistici Peugeot, Citroën, DS Automobiles, Opel e Vauxhall Motors, annunciano trattative per una fusione. L’obiettivo è creare il quarto gruppo automobilistico mondiale. Il 18 dicembre 2019, viene ufficializzato l’accordo per formare una nuova società con 8,7 milioni di veicoli e ricavi di 170 miliardi di euro. La nuova entità, chiamata Stellantis, ha sede legale ad Amsterdam e sarà guidata da Carlos Tavares come Ceo e John Elkann come presidente. La fusione è stata approvata dagli azionisti il 4 gennaio 2021 ed è diventata effettiva il 16 gennaio 2021. La nuova entità globale ha portato Fiat a competere su un mercato ancora più vasto, con una gamma di prodotti diversificata e una forte attenzione alla sostenibilità.

Oggi, Fiat si conferma il marchio più venduto del gruppo Stellantis nel 2023, con un incremento del 12% nelle vendite globali rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1,35 milioni di veicoli consegnati. In Italia, Fiat detiene una quota di mercato del 12,8%, con la Panda al vertice delle vendite. In Brasile, dove Fiat ha una quota del 21,8%, il modello più venduto è la Strada. La 500e è l’auto più venduta nel segmento A in Europa, con una quota del 14,7%. Anche i veicoli commerciali, come il Ducato, hanno registrato ottimi risultati.

Per festeggiare i 125 anni della casa torinese, Fiat presenterà ufficialmente la nuova Fiat Grande Panda, un modello full electric che coesisterà con l’attuale versione della Panda fino al 2029.

Nota personale: Chi non conosce la Fiat? Tra tanti modelli personalmente adoro la 126 (colore blu Lord), perché è quella che possedeva mio padre e che mi lasciò in eredità( l’unica cosa di valore), che ho guidato con onore per diversi anni nonostante le rimostranze di una mia ex che la trovava scomoda per fare l’amore. Facile da parcheggiare, mi bastava sollevarla a scatti per metterla al centimetro al suo posto.

Una volta in autostrada ho alzato la levetta dell’aria, portandola a 140kmh(!) sorpassando un’Alfa Coupé ! Avevo 20 anni …

Curiosità: a volte, scherzosamente, si era soliti dire, quando si stava in auto, Fiat voluntas tua!

Forza Fiat, puoi farcela!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui