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Trentino, tornano gli orsi: paura di passeggiare tra i boschi

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«Ma pensate davvero che tappezzando i sentieri di cartelli informativi, gli orsi non si avvicineranno più ai nostri centri abitati?». Nei bar delle valli trentine, dopo le allarmanti incursioni di plantigradi in quest’inizio d’estate, si apostrofa con ironico scetticismo la collocazione da parte della Provincia di quasi 700 cartelli informativi: più visibili dei precedenti, più chiari nelle misure da adottare, compresa la chiamata del fatidico 112, unico numero per l’emergenza orsi.

«Per presentare questa campagna informativa abbiamo avviato gli incontri con tutti i Consigli comunali del Trentino occidentale – assicura l’assessore provinciale alle foreste e ai grandi carnivori Roberto Failoni(in foto) – affiggeremo altri 4 mila cartelli alla segnaletica sentieristica». L’esigenza di una maggiore informazione sulle “buone pratiche” è stata la più reclamata, non solo dalle sigle ambientaliste, anche nel dibattito elettorale dell’autunno scorso segnato dalla “questione-orsi”.

Nei mesi scorsi l’uscita dal letargo qui nelle valli del Noce, vicino alle Dolomiti di Brenta, ha riaperto la tensione. «C’è ancora tanta paura, nei boschi si vede tanta gente in meno, il timore è che possa accadere quanto è già accaduto, ci si sente presi in giro da misure non sufficienti a ridare serenità alle nostre comunità», le voci degli amministratori locali convocati in assemblea per tre ore a Dimaro mercoledì sera. La cronaca dice che le presenze di plantigradi in pubblico sono tornate: all’alba del 26 giugno una mamma orsa è stata vista a passeggio nel giardino di una casa privata con i suoi tre cuccioli, ripresa dalla telecamera di servizio a Varignano d’Arco, mentre nella notte successiva un orso si è scontrato con una vettura sulla statale 421 nel Comune di San Lorenzo Dorsino, alle pendici meridionali del Brenta: illeso l’animale che si è dileguato nel bosco, mentre l’automobile è stata danneggiata senza conseguenze per il guidatore.

Forse sarebbe il caso di creare zone riservate recintate dedicate ai plantigradi, evitando così possibili incidenti.

(Fonte:Avvenire)

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