Dopo 5 anni in prigione nel Regno Unito il fondatore di Wikileaks(il sito di informazione “scomodo”) potrà tornare in Australia. Prima l’udienza in un territorio americano del Pacifico.
Julian Assange è formalmente libero e ha lasciato ieri il Regno Unito e la prigione vicino Londra dove era stato in carcere per cinque anni, ha annunciato oggi WikiLeaks dopo la notizia dell’accordo di dichiarazione di colpevolezza raggiunto con la giustizia americana.
Il fondatore di Wikileaks “ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo avervi trascorso 1901 giorni. Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta corte di Londra ed è stato rilasciato nel pomeriggio all’aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito”, si legge in un comunicato pubblicato sulla piattaforma digitale” X ” dell’organizzazione. “Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato”, viene riferito da Wikileaks. “Assange dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella Assange e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre”, conclude infine il comunicato.
Assange, ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale classificato di importanza nazionale per l’America, come parte di un accordo con il Dipartimento di giustizia Usa che gli permetterà di evitare la reclusione negli Stati Uniti e di tornare quindi in Australia. Lo riferisce la Cnn, citando documenti recentemente depositati presso il tribunale. Il patteggiamento deve ancora essere approvato da un giudice federale. Secondo i termini del nuovo accordo, i pubblici ministeri del dipartimento di giustizia chiederanno una condanna a 62 mesi, che equivale agli oltre cinque anni che Assange ha già scontato in un carcere di massima sicurezza a Londra mentre combatte contro l’estradizione negli Stati Uniti. Il patteggiamento riconoscerebbe il tempo già trascorso tra le sbarre britanniche, consentendo ad Assange di tornare immediatamente in Australia, il suo paese natio. Il fondatore di Wikileaks è accusato di 18 capi di imputazione in una incriminazione del 2019 per il suo presunto ruolo nella diffusione di carteggio di stato ” top secret” , reato che può comportare un massimo di 175 anni di prigione, anche se è attualmente risulterebbe improbabile che possa essere condannato ad una simile pena. Assange era perseguito dalle autorità americanei per aver pubblicato documenti militari riservati forniti dall’ex analista dell’intelligence dell’esercito Chelsea Manning nel 2010 e nel 2011. Funzionari statunitensi hanno affermato che Assange ha spinto Manning a ottenere migliaia di pagine di dispacci diplomatici statunitensi non filtrati che potenzialmente mettevano in pericolo fonti riservate, rapporti di attività significative legate alla guerra in Iraq e informazioni relative ai detenuti di Guantánamo Bay. Il presidente Joe Biden negli ultimi mesi ha alluso a un possibile accordo promosso dai dirigenti del governo australiano per riportare Assange in Australia. Funzionari dell’Fbi e del dipartimento di giustizia si sono opposti a qualsiasi accordo che non includesse una dichiarazione di colpevolezza da parte di Assange, hanno riferito alla Cnn persone informate sulla questione. Il mese scorso, un tribunale del Regno Unito ha stabilito che Assange aveva il diritto di fare ancora appello contro l’estradizione negli Stati Uniti, regalandogli una vittoria nella sua lotta durata anni per evitare il processo negli Stati Uniti per i suoi presunti crimini.
Il governo australiano ha dichiarato oggi che il caso di Julian Assange si è “trascinato fin troppo a lungo”, dopo che il fondatore di Wikileaks ha patteggiato con la giustizia Usa sull’accusa di aver rivelato informazioni riservate di difesa nazionale.
Canberra sta fornendo assistenza consolare ad Assange, ha detto un portavoce del governo australiano. Il primo ministro Anthony Albanese “è stato chiaro: il caso si trascina da troppo tempo e non c’era nulla da guadagnare continuando la sua incarcerazione”.
La madre di Julian Assange ha detto oggi che il “calvario sta finalmente giungendo al termine” per il figlio.
In una dichiarazione ai media australiani in seguito alla notizia di un patteggiamento con la giustizia americana, Christine Assange ha dichiarato di essere “grata che il calvario” del figlio “stia finalmente giungendo al termine: ciò dimostra l’importanza e il potere della diplomazia silenziosa. Molti – ha aggiunto – hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi, quindi sono grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian. Gli ultimi 14 anni hanno messo a dura prova me come madre”.
Prima di volare verso il territorio americano delle Isole Marianne Settentrionali nel Pacifico, l’aereo con a bordo Julian Assange si fermerà a Bangkok per fare rifornimento: lo ha comunicato oggi un alto funzionario tailandese. “Il volo atterrerà intorno alle 11:50” ora locale (le 6:60 in Italia) “da Londra. È previsto il rifornimento di carburante e acqua prima di partire alle 21 per l’isola di Saipan”, ha detto la fonte coperta da anonimato.
Assange andrà nel territorio Usa dell’Oceano Pacifico per affrontare un giudice come parte di un patteggiamento che dovrebbe ridargli la libertà e la possibilità di tornare nella sua nativa Australia. Il 52enne ha accettato di dichiararsi colpevole dell’unica accusa di cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale, secondo un documento depositato in tribunale nelle Isole Marianne Settentrionali. Si prevede che comparirà in tribunale mercoledì mattina ora locale. Assange è stato accusato di aver pubblicato circa 700.000 documenti riservati relativi alle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, a partire dal 2010.
Il caso( controverso) di Assange ci spinge a domandarsi dove finisca la “ragione di stato” e dove inizi il diritto di informazione, e in quale punto si incrocino per il bene di tutti.
Personalmente ritengo Assange un vero e proprio “eroe”( perché lo siamo tutti in fondo, tentando di fare luce sull’oscurità). Il suo calvario legale dimostra quanto la verità sia scomoda ai potenti e a coloro che marciano nell’oscurità.
Veritas Vincit. Semper.
(Fonte:ANSA)