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Satnam Singh: bisogna morire per far luce sulla schiavitù

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Dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante dell’Agro Pontino deceduto in seguito alle ferite riportate in un incidente sul lavoro, il governo Meloni annuncia la lotta al caporalato, nell’ambito di una riunione tenutasi al ministero del lavoro alla presenza della ministra Marina Calderone e del suo collega dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, assieme alle rappresentanze sindacali e datoriali.  “Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato ed intensificare le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro – ha spiegato la ministra Calderone al termine dell’incontro -, mette a repentaglio le vite umane e non fa crescere certo un comparto strategico come l’agricoltura”. Dal canto suo, il ministro Lollobrigida ha commentato: “Una delle cose emersa dalla riunione è che in queste situazioni accade un fatto: la criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Al decesso di un operaio per colpa di un criminale, si criminalizzano le imprese agricole. Queste morti – ha aggiunto – dipendono da criminali, non dal sistema delle imprese agricole”. 

“Come Fratelli d’Italia – ha ricordato Maria Cristina Caretta, deputata di FdI e vicepresidente della Commissione agricoltura a Montecitorio – abbiamo sempre sostenuto la necessità di un sistema di controlli efficiente e puntuale. Dal confronto ormai costante col mondo agricolo emerge un dato evidente: la criminalizzazione dell’intero comparto agricolo per fatti specifici è un errore che non va commesso. La morte del bracciante indiano è un episodio intollerabile, che deve portarci a fare ancora di più per incrementare portata e forza delle attività di controllo. Non possiamo permettere a pochi criminali di lucrare sulle spalle di lavoratori onesti, infangando la reputazione delle nostre imprese agricole. Bene quindi l’iniziativa e la linea portata avanti dai ministri Calderone e Lollobrigida, sin dal primo giorno impegnati in una attività di tolleranza zero verso questi atti”.

L’opposizione non ci sta e dice no alle solite misure spot: “Secondo l’osservatorio Placido Rizzotto della Cgil, il fenomeno dello sfruttamento nelle campagne italiane riguarda 230mila lavoratori. Donne e uomini che vengono sfruttati e sottopagati – hanno affermato i capigruppo M5s nelle commissioni Lavoro e Agricoltura della Camera, Valentina Barzotti e Alessandro Caramiello -. In media, difatti, la paga è di 20 euro al giorno per 10/14 ore di lavoro, vale a dire 1,40/2 euro all’ora. Uno sfruttamento dei diritti umani in piena regola. Dopo la tragica morte di Satnam Singh, il governo ha deciso di muoversi. Vogliamo sperare che i provvedimenti che saranno presi non servano solo a conquistare qualche titolo di giornale ma siano realmente efficaci” e aggiungono “per quanto ci riguarda, crediamo che sia necessario rivedere il decreto Flussi, che nel 2024 è stato un fallimento, e istituire il reato di omicidio sul lavoro per casi come quello di Satnam, dove le responsabilità di datori di lavoro senza scrupoli sono evidenti”. 

“Il governo deve chiarire come si fa la guerra al caporalato, altrimenti sono solo parole – ha insistito la dirigente di Italia viva Teresa Bellanova -. E l’unico modo è mettere le persone nella condizione di lavorare in modo regolare. Ma non sembra che il governo voglia fare questo. Se non c’è la prevenzione, le dichiarazioni così vanno bene solo per i titoli dei giornali. Adesso riconosciamo alla vedova di Satnam Singh il permesso? Dopo che li abbiamo sfruttati e condannati alla illegalità? Se lo Stato – ha aggiunto Bellanova – non dà gli strumenti per non essere invisibili a persone che vengono da un altro paese per lavorare, è responsabile. Non possiamo girarci dall’altra parte“. 

“Credo che il caporalato sia una piaga inaccettabile per il nostro sistema produttivo, per questo ho messo la lotta ad esso al centro della mia iniziativa politica. Da ministro della Giustizia, con l’allora ministro dell’Agricoltura Martina, – ha scritto sui social network il deputato Pd, Andrea Orlando – mi onoro di aver fatto approvare la legge che persegue per la prima volta in modo organico questo reato, applicata poi anche ad altri settori oltre all’agricoltura. All’indomani della terribile morte nelle campagne di Latina del bracciante indiano, ascoltiamo ancora una volta tante parole da parte di chi, al governo ormai da quasi due anni, ha fatto finta di nulla davanti al fenomeno del caporalato e del lavoro sommerso. Eppure, chi oggi promette nuovi interventi aveva qualche strumento già a disposizione e risorse con cui intervenire. Ma hanno preferito dilazionare o ritardare impegni assunti dal precedente governo nella direzione di un contrasto netto al caporalato e di una maggiore dignità per decine di migliaia di lavoratori”.

Oggi, Sabato 22 giugno, a Latina (ore 17) la Cgil sarà in piazza per ricordare Satnam Singh. Il Pd sarà presente con una delegazione, guidata dalla segretaria Elly Schlein e composta da Marta Bonafoni, Annalisa Corrado, Alfredo D’Attorre, Michele Fina, Camilla Laureti, e Marco Sarracino per la segreteria. Per i deputati saranno presenti Andrea Casu, Paolo Ciani, Marianna Madia, Matteo Orfini, Lia Quartapelle e Arturo Scotto. Per i senatori Susanna Camusso, Cecilia D’Elia, Antonio Nicita e Filippo Sensi. Saranno presenti infine il segretario del Pd regionale Daniele Leodori e il capogruppo Mario Ciarla con una delegazione di consiglieri regionali. A Latina ci sarà anche Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra: “Servono i fatti, serve che la politica intervenga, al contrario di quello che aveva dichiarato Meloni all’inizio del suo mandato”, ha detto l’esponente rossoverde.

Intanto, sempre da parte della Cgil, è stata avviata anche una raccolta fondi a sostegno della famiglia. E il 25 giugno ci sarà una manifestazione promossa dalla comunità indiana di Latina in memoria del bracciante deceduto. Al presidio della prossima settimana hanno subito risposto garantendo la propria partecipazione la Fai-Cisl e la Uila-Uil. Sempre per martedì è stato indetto anche uno sciopero, attraverso cui i sindacati dichiarano di voler denunciare l’irregolarità e lo sfruttamento insiti nel settore agricolo.

Il sindaco di Latina Matilde Celentano ha fatto visita a Soni, la giovane moglie di Satnam Singh. “La prima cittadina – si legge in una nota – ha voluto rappresentare la vicinanza dell’amministrazione comunale e dell’intera cittadinanza alla ragazza, offrendole tutto il supporto possibile da parte del Comune”. “E’ stato un incontro che non dimenticherò mai – ha riferito il sindaco Celentano -: lo strazio di una giovane donna sconvolta dal dolore per la grave perdita, resa ancora più tragica dalla crudeltà dei fatti, mi ha addolorata profondamente, così come ritengo possa addolorare tutta la comunità. Ho sentito il bisogno di fare questa visita per domandare di persona a Sami di cosa avesse più bisogno in questo drammatico momento e lei ha espresso il desiderio di avere accanto a sè sua madre, che vive in India. Mi sono presa carico della richiesta e mi muoverò con le istituzioni competenti per permetterle di avere accanto la sua famiglia”. La sindaca Celentano, accompagnata dai Carabinieri della stazione di Borgo Podgora e dagli agenti della Polizia Locale, ha raggiunto Sami in un’abitazione lontana dal luogo della tragedia. “Per la giovane donna si sono attivati i Servizi sociali del Comune – ha proseguito il sindaco Celentano – Attraverso il Pronto intervento sociale, inoltre, e’ stata richiesta alla Asl l’assistenza psicologica per l’elaborazione del lutto”. 

Non solo, ma il Questore di Latina, ottenuto il positivo parere della procura che ha indagato il datore di lavoro del bracciante per omicidio colposo, ha rilasciato alla vedova un permesso di soggiorno per motivi di “protezione speciale”, ai sensi dell’articolo 18 del Testo Unico dell’Immigrazione. 

Come ho scritto nel precedente articolo sulla morte di Satnam, quando avete il cibo in tavola dovete ringraziare non solo Dio(se siete credenti), ma soprattutto le mani di chi si spezza la schiena per raccogliere i frutti della terra con una paga da miseria nelle condizioni più disumane.

Spero che la morte di Satnam non sia stata vana. Di certo, ci è voluta una morte orribile per far risaltare alle cronache la piaga del caporalato. Ma è da decenni che persiste questo triste fenomeno, ed è lecito domandarsi il perché dell’inerzia delle istituzioni e la connivenza delle associazioni criminali( vedi mafia del pomodoro) che letteralmente “mangiano” sulla pelle altrui.

Non era bastata la raccoglitrice di frutta morta anni fa per il caldo. O i tanti immigrati “scomparsi” tra le campagne italiane.

Ci voleva più sangue, più orrore per far luce tra i filari.

Ogni ciliegia, ogni mela, pomodoro, patata, ogni frutto della terra nasconde in sé la fatica, la tragedia, la miseria di persone che sopravvivono per darci da mangiare, non dimenticatelo.

(Fonte:AGI)

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