«Infame». Anche quest’anno, con puntualità metodica, il cartellone stradale con la maxi scritta destinata a un ignoto personaggio locale è apparso nei pressi di uno dei valichi confinari con la Slovenia a Gorizia. La vicenda da anni fa sorridere e domandare la comunità. Un committente anonimo prenota, solitamente in primavera, l’affissione su un cartellone di 18 metri quadrati in cui campeggia la scritta accompagnata dalla definizione che della parola offensiva ne dà la Treccani.
Catartico, offensivo ed economico!
Quest’anno, in piccolo, vicino a Infame, si nota anche la scritta «…e pure con stretta di mano». C’è anche una foto d’epoca che i concittadini stanno cercando di capirne il senso. Una sorta di leggenda urbana – che qualche fondamento di verità sembra averlo – narra che la zona dell’affissione sia stata scelta appositamente affinché il destinatario del messaggio, che risiederebbe nel quartiere, vi si possa imbattere nei vari momenti della giornata. Già in passato era stato accertato che non ci sono profili illeciti, visto che il cartellone si limita a declinare il significato di un termine dispregiativo senza che ci siano collegamenti con la persona cui è dedicato. Il costo per questa vendetta è piuttosto contenuto: le tariffe sono attorno ai 200 euro per una quindicina di giorni di affissione.
Che bello, adesso che lo so, quasi quasi risparmio anche io 200 euro e faccio affiggere una sola parola rivolta a chi di dovere senza incorrere in querele per diffamazione: MALEDETTO.