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Partorire senza fissa dimora

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La marginalità sociale ha tanti voltiPartorire per strada, da sola,senza che qualcuno ti aiuti, che si interessi a te, è uno di questi volti ed è accaduto di mattina, poco prima delle 8, in via Jacopo Barozzi, zona San Donato. Protagonista di questa triste storia, per fortuna a lieto fine, una donna di circa trent’anni, di origine marocchina e senza una fissa dimora, che ha dato alla luce sua figlia su un marciapiede qualsiasi, senza assistenza sanitaria. Una chiamata anonima ha messo in moto gli operatori del 118, arrivati sul posto dopo pochi minuti. Sul posto anche la polizia locale, che ha intercettato la giovane in fase di travaglio. All’arrivo degli agenti e dei soccorsi  la piccola era già nata, adagiata sul petto della mamma e attaccata al suo seno. Entrambe sono state trasportate all’ospedale Maggiore, dove sono state assistite e curate dai medici.

Sono arrivate in barella e le abbiamo accompagnate in sala parto – spiegano la ginecologa Tomasella Quattrocchi e l’ostetrica Maria Antonietta Bianco –. Qui, parallelamente, ci siamo occupati di entrambe”. A prima vista la donna stava bene, ma la piccola era ancora attaccata al cordone ombelicaleDopo il taglio, “la bambina è stata ricoverata nel reparto di Neonatologia per essere riscaldata e per altri accertamenti – continuano le dottoresse –. La mamma, invece, dopo le analisi è stata accompagnata in reparto”.

I medici hanno dovuto superare l’ostacolo della barriera linguistica, “ma nonostante questo la mamma è stata collaborativa e disponibile. Ha accolto la bimba amorevolmente, l’ha attaccata al seno. Avevamo pochi elementi sulla gravidanza, ma abbiamo scoperto che è arrivata a termine grazie a un’ecografia eseguita nel nostro pronto soccorso circa a metà dei mesi di attesa“.

La storia per fortuna ha un finale felice, perché madre e neonata al momento stanno bene. Ma l’episodio accende i riflettori sullo stato di marginalità in cui si trovava la donna, già in carico al Servizio sociale tutela minori per una precedente gravidanza, come spiega il Comune. Già da inizio marzo, infatti, la neo mamma era conosciuta dagli operatori di strada, a causa di problemi precedenti e per lo stato interessante in cui si trovava. Inutili i tentativi di sostegno: la donna, aggiunge il Comune, ha sempre rifiutato ogni intervento, compreso l’accompagnamento in ospedale, e ha perfino negato (l’ultima volta martedì) di essere incinta. Ora i servizi sociali hanno messo in atto tutte le azioni a tutela della bimba e anche la madre è stata presa in carico.

Questo è il mondo nel 2024.

(Fonrte; il Resto del Carlino)

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