Un anno fa, il 12 giugno 2023, moriva Silvio Berlusconi, per quasi trent’anni il leader indiscusso dei moderati, degli italiani ai quali proponeva incessantemente più benessere e meno tasse, il fondatore della politica dell’immagine, il leader di uno schieramento, quello di centrodestra, che prima di lui non c’era.
Ma anche dominatore nel mondo del calcio con le coppe vinte dal suo Milan. Editorialista, Signore lella TV commerciale.
Per tutti questi motivi Silvio Berlusconi è stato anche il demone della sinistra, il Moloch negativo di chi inorridiva per la commistione tra politica e aziende e non gli perdonava di governare controllando un impero mediatico che ha avuto un grande peso nella sua repentina ascesa al governo.
E’ stato e sarà, probabilmente, l’uomo più famoso d’Italia, quello che è riuscito a entrare perfino nel vocabolario della lingua francese con la parola “Berlusconaire”(berlusconata).
Trombeur des femmes, cantante, affabulatore come nessuno mai prima di lui. Per molti un santo, tant’è che con la sua voce registrata fu capace di strappare miracolosamente un piccolo tifoso dal coma.
Non sapremo mai a quali compromessi si è dovuto piegare: da uomo e imprenditore ha dovuto conoscere a sue spese il prezzo del potere, raggiungendo il record italiano( e forse mondiale) di inchieste che lo riguardavano.
La Ragione di Stato lo aveva travolto, diciamocelo, e il potere gli si era rivoltato contro. Restano, agli uomini come lui, solo l’affetto dei cari e delle persone più intime che hanno saputo apprezzarne le doti, al di là degli innumerevoli scandali, delle gaffes, delle prese di posizione che lo avevano contraddistinto in Italia e nel resto del mondo.
Ma forse pochi si rendono conto che Berlusconi, più nel male che nel bene, è stato l’ago della bilancia della politica non solo nostrana, ma anche mondiale. L’unico che forse avrebbe potuto far terminare la guerra in Ucraina conoscendo direttamente Putin, così come con Gheddafi e i migranti dalla Libia.
Quando seppi della sua morte, non ho provato niente al momento, se non una domanda lecita sulla futura conduzione di quel partito da lui creato.
Non so perché, ma non ricorda nulla, tranne le invettive contro i “comunisti” e il famoso “patto con gli italiani”. Beh, si, la sua lotta contro la malagiustizia. Qualche slogan. Agli inizi della sua carriera politica era sempre in tv. Chissà se qualcuno se l’è mai sognato. Ricordo però la sua barzelletta sul BUNGA BUNGA, mi fa sorridere. C’è chi ha stappato un prosecco alla notizia della sua morte. Che crudeltà.
C’è chi dice sia in Paradiso a organizzare i cori angelici, altri all’Inferno a programmare i palinsesti delle punizioni.
Si è detto e si dirà tutto e di più su Silvio, perfino che era un alieno.