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Europee 2024: vince l’astensionismo

Come volevasi dimostrare, vince l’astensionismo.

Non ha convinto la premier Meloni. Non hanno convinto gli avversari. Non ha convinto l’Europa.

Alle 18:00 di oggi, domenica, l’affluenza è al 25%. 51 milioni di italiani aventi diritto, pochi quindi quelli che si sono recati ai seggi per esercitare il loro diritto. Diritto in cui gli astensionisti giustamente credono inutile.

L’Europa si sta rivelando sempre più un covo di interessi di multinazionali e poteri oscuri, non di certo dei popoli.

Candidati impresentabili (niente nomi, ma di quelli italiani alcuni hanno acquisito visibilità negli ultimi tempi più per le polemiche loro riguardanti che per le qualità) non solo in Italia, ma anche in altri paesi dell’Unione, dove inchieste giornalistiche hanno rivelato la corruzione cui sono dediti gli eurodeputati in favore di multinazionali ed interessi di parte.

Per non parlare dell’ingerenza di hacker russi come in Olanda.

Dunque quella del 2024 rappresenta a tutti gli effetti una sconfitta della politica europea, con lo scontento ai massimi storici, almeno in Italia.

Complice anche il caldo, gli Italiani hanno preferito uscire per svago e non perdere il loro prezioso tempo per vedere i loro diritti in Europa.

Contestualmente alle europee, anche le regionali e le amministrative hanno risentito dell’astensionismo.

L’astensionismo, oltre a rappresentare l’insoddisfazione e la delusione dei cittadini, genera un effetto negativo sottostimato: vanno avanti i candidati che raggiungono anche con poco la poltrona. Almeno votando, si può scegliere per il male minore, visti i candidati, ma senza esercitare il proprio diritto anche un idiota qualsiasi( e ce ne sono tanti) andrà a Strasburgo.

Domani avremo il quadro completo della situazione. Se non siete ancora andati a votare, fatelo. Se non volete, è pur sempre un vostro diritto, ma poi non lamentatevi.

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