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Rivolta al Beccaria di Milano

Alcuni detenuti nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano si sono assembrati nel cortile della struttura, nel tentativo di portare avanti un’azione dimostrativa di denuncia.

La rivolta ha avuto inizio nel tardo pomeriggio , quando alcune decine di giovani carcerati hanno deciso di non rientrare all’interno ma di restare in cortile senza dare alcun cenno di voler collaborare alle richieste di tornare nelle celle degli agenti della Penitenziaria.

Sul posto sono intervenute diverse squadre della Questura di Milano.
    “Altissima tensione nel carcere minorile Beccaria di Milano, dove è attualmente in atto una violenta rivolta da parte di alcuni dei detenuti ristretti. Una situazione incandescente” si legge in un comunicato del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“La situazione è molto grave – denuncia Alfonso Greco, segretario del Sappe – Ci arrivano dal Beccaria segnali allarmanti di una crescente tensione”. Il segretario generale del Sappe Donato Capece giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta “irresponsabile e gravissima. Sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che la situazione al Beccaria è sempre ad alta tensione”.

Un controllo antidroga e il sequestro di stupefacenti ha acceso la miccia della rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano, questo pomeriggio, sedata in poco meno di un’ora e senza gravi conseguenze.

Ora, a quanto emerso, alcuni dei giovani detenuti che hanno dato vita alla protesta saranno trasferiti altrove.

La Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, è stata subito informata e a quanto emerso non risulterebbero danni a strutture, incendi o feriti. L’allarme è scattato intorno alle 15.30, quando circa una cinquantina di giovani detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella, bloccando il cortile della struttura e rifiutandosi di seguire le direttive della Penitenziaria.

A quel punto la direzione del carcere – nei mesi scorsi già al centro delle cronache per i casi di abusi sui minori da parte degli agenti – ha chiesto l’intervento della Questura di Milano, che ha inviato sul posto decine di agenti e pattuglie a presidio del perimetro esterno del carcere, per evitare evasioni.

A scatenare la rivolta sarebbe stata un’ispezione a sorpresa con cani antidroga, a seguito della quale sarebbe stato sequestrato stupefacente e un detenuto sarebbe finito in isolamento.

Lo hanno confermato sia i sindacati di categoria che don Gino Rigoldi, storico cappellano del Beccaria: “oggi c’è stata una visita con i cani antidroga, allora è scattata la protesta – ha spiegato – sono sempre tre o quattro che fomentano, si fanno forza dicendosi e gli altri gli vanno dietro”.

A quanto riferito dal religioso, che da decenni segue progetti per il recupero dei giovani detenuti, “una parte di coloro che hanno fatto partire la protesta ora sarà trasferita” .

Un epilogo scontato.

(Fonte:Ansa)

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