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Neonato morto a Lampedusa

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“Una conta senza fine, l’ennesimo dramma che si ripete”. Lo riferisce all’Adnkronos il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, dopo lo sbarco stamani a molo Favaloro del cadavere di una neonata di pochi mesi, trovato su un barchino sovraccarico dall’equipaggio di Humanity1. Viaggiava con una quarantina di persone, tra cui la mamma, tratte in salvo dalla nave umanitaria nel Mediterraneo centrale. “Ancora una volta trafficanti senza scrupoli approfittano della disperazione di questa gente – aggiunge il primo cittadino -, facendo partire su barchini di fortuna che non stanno neppure a galla donne, uomini, minori e persino neonati. Criminali che hanno disprezzo per la vita umana, gente senza scrupoli che fa pagare tante, tantissime persone che in mare trovano la morte. E’ sempre la stessa storia ed è inaccettabile”.

“Aumenta ancora il numero di persone morte e disperse lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Da ieri sono ripresi gli sbarchi sull’isola di Lampedusa e al quarto di oggi, al molo Favaloro, è arrivato anche il corpo senza vita di un neonato di pochi mesi. Tra i sopravvissuti la mamma e il fratellino, tutti originari dalla Guinea Bissau, partiti da Sfax con un barchino. Solo quest’anno sono già più di 680 le persone morte e disperse nel Mediterraneo centrale, tra loro anche tanti bambini. E molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il numero reale di bambini morti”, dice all’Adnkronos Nicola Dell’Arciprete, coordinatore dell’Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale in Italia.

“A fare questi viaggi – spiega – sono spesso famiglie, minori, tra cui molte e molti che viaggiano soli, in fuga da conflitti e violenza o che tentano di raggiungere l’Europa alla ricerca di sicurezza e condizioni di vita più dignitose. Il mio pensiero va in questo momento a quella mamma e al fratellino della vittima. Sono necessari percorsi sicuri e legali per la migrazione, alternativi all’attraversamento in mare e resta necessario rafforzare il coordinamento per le operazioni di ricerca e soccorso”.

“La notizia dell’ultima tragedia, che è costata la vita a una bambina di pochi mesi, nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa, ci lascia sgomenti. E’ sempre più pesante il tributo in termini di vite umane pagato da donne, uomini e bambini in fuga da guerre, fame, conflitti, violenza, nel Mediterraneo centrale, che si conferma la rotta più letale al mondo, con quasi 700 morti o dispersi solo nel 2024, secondo dati dell’Oim. Sono ormai tragedie annunciate e non si può assistere inermi”, sottolinea all’Adnkronos Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children.

“E’ necessario riportare le persone e la salvezza degli esseri umani al centro delle politiche nazionali ed europee – dice Di Benedetto -. Chiediamo ancora una volta un’assunzione di responsabilità condivisa degli Stati membri e delle istituzioni europee per la creazione di un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, l’apertura di canali regolari e sicuri per l’accesso in Europa, la creazione di nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari e corridoi umanitari”, conclude la portavoce di Save the Children.

“Ci sono vite di bambini che contano meno di altre. In questi mesi sentiamo molto parlare di minori, di vite che vanno tutelate, eppure a Lampedusa questi bambini e queste bambine ‘valgono’ evidentemente meno. Noi abbiamo assistito per quanto possibile, nel nostro piccolo, i loro genitori, ed è stato straziante, vergognoso, abbiamo faticato sempre a trovare le parole”, è il duro sfogo all’Adnkronos di Emma Conti, operatrice di Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, presente tutto l’anno sulla più grande delle Pelagie. Da tempo ormai sul molo Favaloro volontari e operatori come lei accolgono chi arriva. Con un sorriso, con un abbraccio, con un bicchiere di thè caldo. Uomini e donne provati dalla traversata, spesso di giorni, in mare, e bimbi felici di poter giocare persino con un guanto in lattice gonfiato a mo’ di palloncino. Per chi ha niente, poco vale molto.

Alle spalle l’orrore vissuto, la guerra, la fame, la disperazione per un futuro di miseria. Davanti la speranza di una vita nuova. Oggi quella striscia di cemento in mezzo al mare, primo approdo in Europa per chi attraversa il Mediterraneo a bordo di improvvisati gusci di latta sovraccarichi, ha accolto, tra gli altri, una giovane mamma e il corpo ormai senza vita della sua piccola, una neonata di pochi mesi, che l’equipaggio di Humanity1 ha trovato già cadavere su un barchino soccorso in mezzo al mare. Non un dramma isolato. “Dall’inizio dell’anno sono almeno otto i minori morti o dispersi, adolescenti, bambini e persino neonati”, spiega chi nell’isola è impegnato quotidianamente ad accogliere vivi e morti. Una stima per difetto, perché ci sono “barche partite e mai arrivate, di cui nessuno sa più nulla”.  

“Chiediamo che Ue e Italia tutelino la vita dei più piccoli, anche di quelli che attraversano il Mediterraneo”, conclude Emma Conti. A Lampedusa, intanto, qualche settimana fa è stato inaugurato un piccolo parco giochi dedicato a Maria, la bimba ivoriana nata sull’isola, nel Pte, il 31 luglio del 2021, dopo aver attraversato nel grembo della mamma il mar Mediterraneo. La prima bambina nata sulla più grande delle Pelagie dopo oltre mezzo secolo. Perché sull’isola “complice la condizione di insularità propria del territorio e le comprensibili difficoltà logistiche”, si legge sulla targa sistema nel piccolo parco dedicato a Maria, non nascono bimbi dai primi anni ’80. A lei il sindaco Filippo Mannino ha conferito la cittadinanza onoraria. “Simbolo di chi ce l’ha fatta, ma soprattutto di chi non ce l’ha fatta. Rappresenta un riconoscimento alla vita, al rispetto e alla tutela dei diritti umani e di tutti i bambini del mondo”. In quel parco, però, qualcuno ha affisso uno striscione: “A tutte le bimbe chiuse in hotspot che qui non giocheranno”. E a tutte quelle morte a un passo da un nuovo inizio.

Quello dei migranti è un dramma che non finirà mai. Qualcuno sta orchestrando questa tragedia senza senso. Si parla di sostituzione, o di fuga “dovuta” dalla miseria. Quello che noi non sappiamo ma lo sa il mare, è la quantità imprecisata di morti che ingrassano le creature marine. Orrore. Ogni vita è preziosa, ogni essere umano può contribuire per un mondo migliore. Ma invece si stanno arricchendo persone senza scrupoli, e le politiche dell’immigrazione non sono chiare, non sono efficaci, non si fa informazione, non si aiuta direttamente le popolazioni interessate aldilà del mare.

Intanto ecco l’ennesimo neonato morto, innocente di essere nato, colpevole di essere dalla sponda sbagliata.

(Fonte:adnKronos)

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