Non è ancora stata fissata una data e l’unica certezza è che, prima o poi, la Salis lascerà il carcere per andare ai domiciliari, in attesa che il suo processo finisca.
Si avvicina così la terza udienza per Ilaria Salis e i suoi genitori continuano a non sapere quando uscirà dalla prigione di massima sicurezza di Gyorskocsi utca dove l’hanno incontrata per due ore.
“E’ abbastanza contenta che si sta avvicinando il momento, fremiamo un po’ per avere la data”, riferisce Roberto Salis che poi con la moglie è andato nello studio di Gyorgy Magyar, l’avvocato ungherese che deve ricevere il bonifico italiano per poi girarlo prima al ministero del Tesoro che a sua volta lo invierà al tribunale. Ma nessuna novità è arrivata dall’avvocato Magyar, che venerdì sarà in aula dopo aver lasciato il compito di difendere Ilaria Salis nelle prime due udienze a Balint Gyene, un altro legale del suo studio. E arriveranno a Budapest anche i due legali italiani, Eugenio Losco e Mauro Straini.
La 39enne attivista italiana, candidata con Avs alle prossime elezioni europee, non può che aspettare in carcere dove ha deciso di scrivere un libro in cui “racconterà la sua storia e credo voglia anche spiegare alcune cose su come dovrebbe essere la società”, spiega il padre Roberto. Che si appella al governo italiano spiegando che “sarebbe auspicabile che facesse qualcosa. L’unica cosa che manca – dice – è fornire la garanzia che il bonifico emesso venerdì sta arrivando, basterebbe solo questo”.
“Non dipende dal governo – aggiunge – però il governo, se ci fosse la necessaria autorevolezza, immagino possa andare a parlare con il ministro della Giustizia ungherese e dire “garantiamo noi che questi soldi stanno arrivando”. La procedura bancaria non ha ancora consentito di far arrivare qui i fondi: se fossero già qui, non ci sarebbe nessun bisogno di aiuto”.
Con l’ambasciata sta organizzando i futuri spostamenti della figlia dal momento che la sua uscita dal carcere “sarà complicata dal punto di vista logistico” perché “bisogna capire come si sposterà ai domiciliari e, se questo accadrà prima dell’udienza, capire poi come si sposterà in tribunale. Io mi sentirò sicuro solo quando Ilaria sarà in Italia”.
“Abbiamo avuto dei segnali non positivi, ci sono stati subito dopo il suo arresto delle fughe di notizie ed è trapelato dalla polizia il suo indirizzo di residenza in Italia, per cui mi sentirei più tranquillo in Italia”, conclude Roberto Salis.
Il clima in Ungheria infatti non è mai stato particolarmente “morbido” nei confronti dell’attivista milanese e non è di certo cambiato dopo la sua decisione di candidarsi al Parlamento Europeo: “La disoccupata Ilaria Salis può diventare milionaria”, titola Magyar Nemzet, il più filogovernativo dei principali quotidiani ungheresi, spiegando che “l’attivista italiana di estrema sinistra che ha organizzato una caccia all’uomo a Budapest” è “ancora disoccupata a quasi 40 anni” ma, se verrà eletta alle europee, guadagnerà “circa 3,2 milioni di fiorini, che in cinque anni ammonteranno a quasi 200 milioni di fiorini”.
Gli europarlamentari guadagnano uno stipendio lordo di 7.956,87 euro al mese, che al netto diventa 6.200,72 euro. A questa cifra si aggiungono altri 24.526 euro al mese per pagare i portaborse. Inoltre, sono previste indennità per le spese generali, pari a 4.950 euro ogni mese.
Su tiktok e altre piattaforme digitali molti inneggiano alla Salis. Se la Sig.ra Salis venisse eletta, non oso immaginare il vespaio di polemiche che scaturirebbero alle sue prime dichiarazioni ufficiali. Ma comunque vada, l’Europa è anche questo. Di certo, le sue condizioni di detenuta sono da denunciare, perché disumane.
Di sicuro la Salis troverà più di un editore che voglia pubblicare la sua ricetta politica.