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Giornata mondiale delle api

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Senza la fondamentale impollinazione ad opera delle api, per la maggior parte delle piante sulla Terra e dei prodotti della nostra agricoltura non sarebbe possibile la riproduzione.

Il 20 dicembre 2017, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 20 maggio come Giornata Mondiale delle Api. Questa decisione è stata presa in seguito all’allarme crescente riguardo al declino delle api e degli altri impollinatori, sollevato dal Rapporto di valutazione tematica sull’impollinazione e la produzione alimentare dell’Ipbes, pubblicato nel febbraio 2016.

Secondo il rapporto dell’Ispra, si stima che un numero crescente di specie di impollinatori in tutto il mondo sia sull’orlo dell’estinzione a causa di diversi fattori, molti dei quali causati dall’uomo. Tra le cause principali del declino delle api e degli impollinatori ci sono la distruzione, la degradazione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento da pesticidi, i cambiamenti climatici e la diffusione di specie aliene invasive, parassiti predatori e patogeni.

L’importanza delle api e degli altri insetti impollinatori è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e per la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare. E’stimato che circa il 90% di tutte le piante selvatiche con fiori e l’80% delle piante produttrici di cibo e prodotti per il consumo umano dipendano dalle api e dagli altri insetti impollinatori per la loro riproduzione.

La Giornata Mondiale delle Api è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sull’importanza di questi insetti meravigliosi e per promuovere azioni concrete per la loro protezione. È fondamentale impegnarsi per evitare l’estinzione delle api e degli altri impollinatori, poiché il loro declino causerà gravi conseguenze sull’ecosistema e sulla produzione alimentare.

Coinvolgere i giovani nella tutela delle api

Può sembrare che la salvaguardia delle api sia un compito lontano e riservato esclusivamente a chi detiene il potere decisionale. Tuttavia, questo è solo in parte vero, poiché ognuno di noi può dare il suo contributo. Questo vale soprattutto per le giovani generazioni, a cui è dedicata la Giornata Mondiale delle Api 2024 con lo slogan “Bee engaged with youth“.

In tale prospettiva, i giovani possono arricchire il loro giardino o balcone con piante e fiori che attraggono le api, informarsi sulle specie più diffuse nella propria zona e fare la spesa presso coltivatori locali (magari rivolgendosi anche ai piccoli apicoltori per acquistare miele). Inoltre, i giovani possono diventare apicoltori in erba, formandosi su questi temi e facendo tesoro dell’esperienza dei colleghi più esperti.

Perché le api e gli altri impollinatori sono vitali?

L’obiettivo della Giornata Mondiale delle Api è quello di sensibilizzare cittadini, media e governi sull’importanza cruciale delle api e di tutti gli altri impollinatori.

Questi animali, che includono apivespe, bombi, farfallecoccinelleragnirettiliuccelli e persino alcuni mammiferi, svolgono un ruolo fondamentale per la nostra sicurezza alimentare, la sussistenza di miliardi di persone, il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione degli habitat.

Cosa fanno gli impollinatori?

Quando gli impollinatori visitano i fiori alla ricerca di nettare e polline, si ricoprono di polline (il gamete maschile, simile allo sperma nei mammiferi) prodotto dalle antere, la parte fertile degli organi sessuali maschili del fiore. Passando da un fiore all’altro, gli impollinatori trasportano involontariamente questo polline sul loro corpo fino allo stigma, la parte più esterna del gineceo o pistillo (l’organo sessuale femminile del fiore). Attraverso lo stigma, il polline raggiunge l’ovario, dove avviene la fecondazione che permette alla pianta di riprodursi.

Cosa fare per proteggere gli impollinatori?

La salute degli impollinatori è minacciata da una serie di cause, tra cui la perdita di habitat, l’uso di pesticidi, i cambiamenti climatici e la diffusione di malattie.

È fondamentale proteggere questi animali indispensabili per il pianeta. Ecco alcune azioni che possiamo utili:

  • Piantare fiori melliferi: i fiori melliferi forniscono agli impollinatori il cibo di cui hanno bisogno per sopravvivere
  • Evitare l’uso di pesticidi: i pesticidi possono uccidere le api e altri insetti utili
  • Acquistare prodotti locali e biologici: l’agricoltura biologica utilizza meno pesticidi e favorisce la biodiversità
  • Sostenere gli apicoltori locali: gli apicoltori svolgono un ruolo importante nel mantenimento delle popolazioni di api sane

L’importanza economica e ecologica

Gli impollinatori, tra cui api, vespe, farfalle, bombi, coccinelle e altri animali, svolgono un ruolo fondamentale nella produzione agricola mondiale. Circa il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale, mentre in Europa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. Il valore economico associato all’impollinazione animale è stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari a livello globale. In Italia, la valutazione economica del servizio di impollinazione delle aree agricole è pari a circa 3 miliardi di euro all’anno.

L’importanza degli impollinatori non si limita solo all’agricoltura. L’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione. Questo processo è basilare per la conservazione della biodiversità e il mantenimento degli ecosistemi naturali.

Gli impollinatori sono dunque fondamentali per la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare globale, la conservazione della biodiversità e il benessere degli ecosistemi. È fondamentale proteggere e preservare questi straordianari eco-alleati per garantire un futuro sostenibile per l’umanità e il pianeta.

L’ape domestica comune

Tra gli impollinatori, le api del genere Apis sono le più numerose: si contano oltre 20.000 specie in tutto il mondo, di cui la maggior parte selvatiche. Tra queste, l’ape domestica (Apis mellifera), conosciuta anche come ape italica, è la più diffusa e apprezzata dall’uomo.

Originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, l’ape domestica ha accompagnato lo sviluppo delle civiltà sin dai tempi antichi. Il suo valore non si limita solo al servizio di impollinazione, fondamentale per la produzione di cibo, ma anche alla produzione di miele, cera, propoli e pappa reale.

L’apicoltura in Europa e in Italia

In tutta l’Unione Europea, l’apicoltura è un’attività fiorente che conta oltre 600.000 apicoltori. Questi gestiscono circa 17 milioni di alveari e producono annualmente circa 250.000 tonnellate di miele.

Anche in Italia l’apicoltura è in crescita: nel 2020 si contavano 65.000 apicoltori registrati, con un numero in costante aumento. Parallelamente, è cresciuto anche il numero di alveari (1.950.000 unità nel 2020), con una produzione di miele stimata in circa 25.000 tonnellate.

La minaccia della moria delle api: cause e provvedimenti

Negli ultimi anni, gli apicoltori hanno dovuto affrontare un triste fenomeno: la riduzione del numero delle colonie di api e il declino delle loro popolazioni. Questo fenomeno, noto come spopolamento degli alveari o moria delle api, è stato segnalato dagli apicoltori sin dal 2003 e si manifesta principalmente in primavera, durante il periodo di maggiore bottinamento delle api. Ad oggi, non è stata identificata una causa unica per questo declino, ma sono stati individuati diversi fattori che incidono negativamente sulla salute e sulla sopravvivenza delle colonie di api da miele. Tra queste cause vi sono:

  • Distruzione e perdita degli habitat: l’espansione urbana, l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di pesticidi stanno distruggendo gli habitat naturali delle api, privandole di cibo e riparo
  • Semplificazione del paesaggio: la scomparsa di fasce fiorite, siepi e aree boschive impoverisce la biodiversità vegetale, limitando le fonti di nutrimento per le api
  • Agricoltura intensiva: l’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti nell’agricoltura convenzionale avvelena le api e danneggia la salute delle colonie
  • Cambiamenti climatici: l’aumento delle temperature e le modifiche nei regimi di precipitazioni influenzano la fioritura delle piante e la disponibilità di cibo per le api
  • Parassiti e malattie: le api sono soggette a un numero crescente di parassiti e malattie, tra cui l’acaro varroa, il calabrone asiatico e il piccolo scarabeo dell’alveare
  • Pesticidi: l’utilizzo di pesticidi in agricoltura, per la lotta agli insetti molesti e il diserbo, può intossicare le api e indebolire il loro sistema immunitario
  • Cambiamenti nelle pratiche apistiche: l’adozione di tecniche apistiche intensive e l’uso di prodotti chimici per combattere parassiti e malattie possono avere un impatto negativo sulla salute delle colonie

Morie di api: analisi dell’Ispra

L’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente, si adopera per identificare le cause del declino delle colonie di api, fenomeno noto come “moria delle api”. L’attenzione si concentra in particolare sull’impatto delle pratiche agricole, con speciale attenzione sull’uso di pesticidi utilizzati per combattere parassiti e patogeni.

Da alcuni anni, l’Ispra ha inserito nell’Annuario dei dati ambientali un indicatore specifico che monitora le morie di api correlate all’uso di prodotti fitosanitari. I dati mostrano una possibile tendenza in aumento di questi casi, dovuto in parte all’esposizione crescente delle api ai pesticidi e in parte alla maggiore consapevolezza degli apicoltori, che partecipano con più responsabilità ai programmi di rilevazione condotti dagli organi di controllo.

Individuare la relazione tra pesticidi e morie

L’indicatore adottato mette in relazione i casi di moria delle api con la presenza di principi attivi dei fitofarmaci in campioni di api e miele. Le analisi, condotte da laboratori preposti e riconosciuti dalla normativa, permettono di valutare l’entità e la diffusione del fenomeno su scala nazionale.

Tuttavia, i dati potrebbero essere sottostimati. Le segnalazioni di moria da parte degli apicoltori sono su base volontaria e non sono previsti incentivi o forme di tutela per chi collabora. Quindi il numero di morie potrebbe essere più alto.

Per migliorare l’accuratezza dei dati e incoraggiare la segnalazione di eventi da parte degli apicoltori, l’Ispra propone l’introduzione di misure che tutelino l’attività produttiva delle aziende apistiche. In dettaglio, si propone di limitare l’applicazione di misure restrittive sugli apiari interessati, come sequestri e blocchi delle attività, permettendo al contempo di proseguire con le indagini per identificare le cause del fenomeno.

Il ruolo degli apicoltori

Solo grazie una stretta collaborazione tra apicoltori e istituzioni sarà possibile raccogliere dati più completi e accurati, favorendo una comprensione dettagliata del fenomeno della moria delle api e permettendo di individuare soluzioni efficaci per contrastare il declino di questi insetti, indispensabili per l’ecosistema.

Agro-ecologia

Per ridurre gli effetti negativi sugli impollinatori, è fondamentale adottare una serie di misure ad hoc. Il rispetto delle norme e delle raccomandazioni sull’uso dei prodotti fitosanitari, insieme alla conoscenza e al rispetto delle pratiche locali, riveste particolare importanza in questo contesto.

Questi passaggi includono la promozione di un’agricoltura sostenibile, che favorisce la diversificazione del paesaggio agricolo e integra processi ecologici nella produzione alimentare.

In particolare, le possibili scelte includono:

  • La creazione di siepi o di “strisce” tra i filari delle colture erbacee e arboree, o la costituzione di aree con piante selvatiche da fiore, al fine di mantenere o favorire una maggiore diversità di habitat per gli impollinatori a livello paesaggistico
  • La riduzione dell’esposizione degli impollinatori ai pesticidi mediante la diminuzione dell’uso di tali sostanze, l’adozione di alternative per il controllo di patogeni, parassiti ed erbe infestanti, e l’implementazione di pratiche agricole specifiche che includono tecnologie per ridurre la deriva dei pesticidi durante i trattamenti
  • Il miglioramento delle pratiche di apicoltura domestica per quanto riguarda il controllo di patogeni e parassiti, insieme a una regolamentazione più efficace del commercio e dell’uso di impollinatori, compresa la loro riproduzione.

Promuovere la biodiversità

Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia, evidenzia l’importanza di ecosistemi liberi da veleni e diversificati per garantire il benessere degli insetti impollinatori. Questo richiede l’eliminazione dei pesticidi dannosi e il ripristino della natura all’interno delle aziende agricole. Per raggiungere tali obiettivi, gli Stati membri, gli agricoltori, l’industria agroalimentare e i cittadini europei devono assumere un ruolo attivo e sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura.

La Strategia Nazionale Biodiversità prevede azioni mirate alla tutela degli insetti impollinatori, inclusa la definizione di un Piano Nazionale per la conservazione degli impollinatori e un processo di monitoraggio coordinato. Tuttavia, dopo il ritiro del Regolamento europeo Sur per la riduzione dell’uso dei pesticidi e il blocco del Regolamento europeo sul ripristino della Natura, l’Iniziativa europea “Un nuovo patto per gli impollinatori” è rimasta senza i suoi principali strumenti attuativi. Di conseguenza, la responsabilità delle azioni necessarie per la tutela degli insetti impollinatori ricade ora sui singoli Stati membri dell’Unione, con il Governo italiano chiamato inevitabilmente a recuperare ritardi e inadempienze.

Il bisogno di proteggere gli insetti impollinatori è palese, e l’adozione di misure che incoraggino la segnalazione dei casi di moria da parte degli apicoltori potrebbe migliorare l’accuratezza dei dati e consentire il proseguimento rapido delle indagini. Questo richiederebbe anche limitare l’applicazione di misure restrittive sugli apiari interessati, come sequestri e blocchi delle attività, al fine di tutelare l’attività produttiva delle aziende apistiche.

Le Oasi Wwf

In attesa del Piano Nazionale per la tutela degli impollinatori, il Wwf Italia non resta fermo e raddoppia il proprio impegno concreto attraverso la sua rete di aree naturali protette. A partire dal 2024, tre Oasi Wwf saranno protagoniste di un innovativo progetto di monitoraggio delle farfalle. L’obiettivo è quello di valutare l’abbondanza delle popolazioni di questi preziosi insetti, raccogliendo dati preziosi per definire strategie di conservazione mirate ed efficaci. Già oggi, 28 Oasi Wwf sono impegnate in azioni concrete di ripristino della Natura. Attraverso la semina di fiori nettariferi e polliniferi e la collocazione di nidi artificiali, queste aree protette offrono cibo, rifugio e siti di nidificazione ad apoidei selvatici, in particolare a bombi e osmie, specie fondamentali per l’impollinazione di molte colture e piante selvatiche.

L’impegno del Wwf Italia per la tutela degli impollinatori si inserisce in un contesto più ampio di azioni volte a promuovere un futuro più sostenibile per il nostro pianeta. La salvaguardia di api, farfalle e altri insetti impollinatori è infatti essenziale per la conservazione della biodiversità, la sicurezza alimentare e il benessere dell’intero ecosistema.

NOTA CURIOSA: anni fa vi fu una giornata con una intensa ondata di caldo. Un’ape stava “rifornendosi”, ma il caldo aveva fatto fermentare il polline, e letteralmente, l’ape si ubriacò. Potei prenderla in mano e accarezzarla, e non mi punse. Poi volò via zigzagando, ancora ebbra.

ALTRA NOTA CURIOSA: Lo stemma della casata Bonaparte è un’ape, simbolo di nobiltà

E in ultimo, voglio ricordarvi , anche se è più leggenda che fatto comprovato, la frase di Einstein:” Se le api scomparissero all’umanità resterebbero non più di 4 anni di vita…”

(fonte:QuiFinanza)

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