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La senatrice (a vita) Segre sul premierato

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Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando “vari aspetti allarmanti, non posso tacere”, ha dichiarato.

Con il premierato avremmo “un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all’alto un premier forte dell’investitura popolare”, ha scandito.

Con il premierato, ha proseguito Segre, “il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia”.

Insomma con questa riforma avviene uno “stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta”.

“Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo – ha sottolineato la senatrice a vita – si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto ‘premierato'”.

“Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan ‘scegliete voi il capo del governo”. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate”, ha concluso la Segre tra gli applausi dell’opposizione.

La senatrice Segre omette di dire che ricopre la sua carica senza mezzo voto. Come ho sempre ribadito, la figura dei senatori a vita andrebbe abolita, e benché sia costituzionale, non è democratica. La senatrice dovrebbe sfogliare il dizionario della lingua italiana e comprendere che “democrazia”, parola di squisita origine greca, significa Potere del Popolo. Il popolo non l’ha eletta. Il popolo non la vuole, perché non eletta. Ergo, la senatrice ricopre una figura non democratica non eletta dal popolo.

Il premierato andrebbe istituito con apposite regole democratiche che bilancino i poteri. Non dimentichiamoci l’altalena imbarazzante di voti per Mattarella al suo secondo mandato.

Senatrice, non abbia paura di derive tiranniche, Lei che agli occhi di milioni di italiani percepisce uno stipendio da ultraottuagenaria che nessun pensionato(Dini a parte) si sogna di avere, e per giunta senza essere stata eletta.

Sono queste le contraddizioni della Repubblica Italiana. Segre inclusa.

Mala tempora currunt.

(Fonte :ADNKronos)

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