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Sugar Tax !

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L’imposta sulle bevande zuccherate entra in vigore da luglio.

Il governo fa pasticci sulla sugar tax. Accade in pochissimi minuti, a cavallo della mezzanotte tra venerdì e sabato. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non intende rinviare il deposito dell’emendamento al decreto Superbonus che contiene l’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate a partire dal primo luglio. Uno slittamento comporterebbe un allungamento dei tempi dell’esame del provvedimento al Senato, ma soprattutto lascerebbe ancora più spazio alle proteste di Forza Italia, contraria all’imposta e alla mini retroattività dello “Spalma detrazioni” per i crediti relativi ai bonus edilizi.

Giorgetti sigla l’emendamento alle 22.47, gli uffici del Mef inviando il testo alla commissione Finanze di Palazzo Madama poco dopo. All’articolo 9-bis, che porta il titolo “Disposizioni finanziarie”, spunta il dimezzamento dell’importo della sugar tax. Dal primo luglio di quest’anno alla stessa data del 2026, l’imposta sarà pari a 5 centesimi al litro per i prodotti finiti, mentre per quelli da diluire l’imposta sarà pari a 13 centesimi al chilo. Nulla, invece, sul rinvio, che invece è previsto, nello stesso articolo, per la plastic tax.

Ma la relazione tecnica che accompagna l’emendamento, firmata dal Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta, non coincide con la norma. “La stessa disposizione – si legge nel documento firmato sempre il 10 maggio – è volta a differire, dal 1° luglio 2024 al 1° luglio 2026, la decorrenza dell’efficacia delle disposizioni introduttive dell’imposta sul consumo delle bevande analcoliche edulcorate (sugar tax) di cui all’art. 1, commi 661-676, della Legge 30 dicembre 2019 n. 160 (legge di bilancio per il 2020 ndr) riducendo, allo stesso tempo, le aliquote”. La sugar tax è sì dimezzata (gli stessi importi della norma sono riportati anche nella relazione tecnica), ma l’entrata in vigore è posticipata al primo luglio 2026.

Un errore madornale quello della Ragioneria. Gli uffici del Mef se ne rendono conto quando oramai i documenti sono stati depositati al Senato e non posso fare altro che prendere atto del disallineamento tra i due testi.

Ma il pasticcio)amaro) non finisce qui. L’errore della Ragioneria di Stato genera malumori dentro al Mef sull’operao della Ragioneria. Nelle passate settimane Palazzo Chigi e il Mef hanno ipotizzato una “buonuscita” per Mazzotta: la presidenza di Ferrovie. Ma la tornata delle nomine per il rinnovo delle società pubbliche è destinata a prendere forma solo dopo le elezioni europee di inizio giugno. Nel frattempo, quindi, il Ragioniere resta al suo posto, inamovibile perché il suo mandato scade a gennaio del 2026.

L’incidente sulla sugar tax non è passato invisibile anche per un’altra ragione. La relazione tecnica della Ragioneria può dare un aiuto indiretto a Forza Italia. Gli azzurri di F.I. contestano la decisione di Giorgetti di far scattare la sugar tax dal primo luglio. Vorrebbero addirittura abolirla, comunque rinviarla al 2026: un primo passo sarebbe il posticipo al 31 dicembre di quest’anno per provare, con la legge di bilancio, a rimandare ancora la partenza dell’imposta.

Nella relazione tecnica sono riportati gli effetti finanziari che deriverebbero dallo slittamento della sugar tax, in versione dimezzata, al primo luglio 2026. La perdita di gettito per lo Stato sarebbe pari a 139 milioni quest’anno, per salire a 288,1 milioni l’anno prossimo: poi le uscite si farebbero meno pesanti, fino ad azzerarsi a partire dal 2029.

Letta da un’altro punto di vista, quello di Forza Italia: il rinvio della sugar tax è sostenibile, a patto però di trovare coperture alternative. Comunque un gancio c’è per rilanciare l’arrembaggio nei confronti di Giorgetti. Merito indiretto di un documento sfuggito di mano.

Stiamo in mano a incompetenti, direte voi. Forse anche pazzi, magari. Personalmente sono diabetico, e lo zucchero è per me veleno.

Di sicuro qualsiasi governo si possa insediare, trovano le scuse più assurde per tassare qualsiasi cosa, possibilmente.

L’anacronismo vige. Nel 2024 persistono obsolescenze e idiozie da far riflettere. Ma noi siamo ovini.

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