Home In Evidenza 11 maggio, giornata degli uccelli migratori. Sempre meno rondini arrivano in Italia

11 maggio, giornata degli uccelli migratori. Sempre meno rondini arrivano in Italia

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Come è la qualità del nostro ambiente? E dell’aria che respiriamo? La risposta è facile: basta alzare lo sguardo al cielo. Gli uccelli migratori sono un indicatore biologico naturale dell’habitat terrestre. La loro presenza significa che l’ambiente in cui viviamo è salubre e si respira aria buona. Viceversa, se mancano o scarseggiano, significa l’esatto contrario. Alcuni di loro sono protagonisti di viaggi lunghissimi, come la Pittima minore che vola per oltre 13mila chilometri, dall’Alaska alla Tasmania, un volo intercontinentale!. E senza fare soste.

Gli uccelli migratori forniscono una analisi indiretta attraverso la quale possiamo comprendere la portata dei profondi cambiamenti che ultimamente ci riguardano. Ma qual è la situazione in Italia? Non buona. C’è stato un crollo di specie che in passato erano molto presenti, come la rondine (-51%), l’allodola (-54%) o la passera d’Italia (-64%). Siamo addirittura quasi vicini alla totale scomparsa di specie come l’averla piccola (-72%), il saltimpalo (-73%), il torcicollo (-78%), il calandro (-78%). Prendiamo ad esempio la rondine: può coprire fino a 320 km al giorno circa, con una velocità media di 32 km all’ora. Fantastica.

Il viaggio dall’Italia verso l’Africa dura circa 1 o 2 settimane. I piccoli di rondine, già a 20 giorni dalla nascita, raggiungono le stesse dimensioni degli adulti e sono pronti a spiccare il volo. Hanno un ruolo fondamentale per l’ecosistema: catturano e si cibano di migliaia di insetti, tanto da programmare le loro migrazioni nei posti dove c’è abbondanza. Le rondini arrivano a mangiano insetti per 7 o addirittura 8 volte il loro peso, arrivando a predare dalle 12 alle 31 mila tonnellate di zanzare e mosche. Sono dunque dei veri e propri insetticidi naturali. Usare meno pesticidi è dunque un’azione a loro tutela. Guardare il loro volo aiuta a prevedere che tempo farà. Quando le rondini volano “basse”, questo è segno che è in arrivo una perturbazione e probabilmente pioverà. L’abbassamento della pressione atmosferica costringe infatti gli insetti (che sono il cibo delle rondini) ad abbassarsi di quota.

Al contrario, se le rondini volano “alte”, si prevede tempo sereno. Uno studio condotto dal Museo delle scienze di Trento (Muse), Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli)e Università Statale di Milano in nove allevamenti di bovini della Val di Non ha rilevato che possono essere alleate preziose nelle aziende agricole perché aiutano a contrastare la presenza delle mosche, portatrici di diversi fattori patogeni e di stress per il bestiame. Purtroppo le rondini sono sempre più rare nei nostri cieli: a causa dell’uso dei pesticidi (le rondini mangiano insetti) e la modernizzazione degli allevamenti di bestiame che sta facendo scomparire i luoghi di nidificazione adatti per le rondini, come il sottotetto di una stalla tradizionale. In vent’anni le popolazioni di uccelli presenti nelle campagne italiane sono diminuite in media del 36%, con punte del 50% nella pianura padana.

A dare l’allarme è la Lipu che, come riporta FederBio, ha pubblicato i risultati 2023 dello studio sul Farmland Bird Index, l’indicatore che descrive l’andamento delle popolazioni degli uccelli comuni nelle aree agricole. Maglia nera per il sud Italia, dove otto specie su nove (torcicollo, upupa, usignolo, saltimpalo, verdone, cardellino, verzellino e ortolano) stanno vivendo un rastico calo di numero consistente a causa della” banalizzazione “dei paesaggi agricoli e dall’uso di prodotti chimici. “Sono dati – afferma la Lipu – peggiori degli anni precedenti e confermano la necessità di agire per conciliare le esigenze della produzione agricola con la tutela della biodiversità. Prima responsabile è infatti l’agricoltura intensiva degli ultimi decenni”.

In occasione della Giornata Mondiale degli uccelli migratori indetta dall’Onu, che quest’anno ci celebra l’11 maggio, l’attenzione è diretta alla salvaguardia del loro destino, troppo spesso minacciato dall’uomo, da cambiamenti climatici, inquinamento, distruzione o degrado degli habitat naturali, caccia illegale, perdita di aree di sosta. L’obiettivo di questa giornata è incoraggiare azioni comuni di tutela e conservazione delle varie specie, sempre più in pericolo.

Se vedete un nido di rondini nel vostro balcone o sotto il tetto, non scacciatele. Sono creature meravigliose, e il loro canto è una gioia vera e propria. E’ uno spettacolo vederle volteggiare così veloci, ammirare la maestria delle loro acrobazie aeree, e vedere come incredibilmente riescano ad evitare ostacoli.

2 note curiose: è il maschio a possedere la coda lunga stile “frac”, la femmina ne è sprovvista.

Il detto “una rondine non fa primavera” è antichissimo.

 Una rondine non fa primavera (Lat.: Una hirundo non facit ver; Gre.: Μία χελιδὼν ἔαρ οὐ ποιεἶ)

L’espressione compare nell’Etica Nicomachea di Aristotele: «come una rondine non fa primavera, né la fa un solo giorno di sole, così un solo giorno o un breve spazio di tempo non fanno felice nessuno». Ed è Aristofane a completare il concetto: «C’è bisogno di molte rondini».

Davvero.

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