Questo oltre ad essere un articolo in senso classico, è per onor di cronaca, anche un atto “indiretto” di denuncia verso l’indifferenza di coloro che potevano e non hanno fatto.
Ho avuto modo di intervistare un gruppo di “pasionarie” che nel 2019 si sono contrapposte all’ordine regionale per evitare la chiusura dell’Ospedale di S. Agata.
Innanzi tutto, dopo l’esperienza Covid 19, il sottoscritto è a favore del potenziamento della Sanità, e non contro la sua “riduzione”( in funzione ovviamente, di quella privata).
Nonostante tutti i sacrifici che queste persone hanno dovuto affrontare per far conoscere la realtà dei fatti, nonostante il decreto 41/2019 della regione Campania, oggi fonti “certe” ci dicono che l’ospedale non è stato mai come da decreto(vedi sopra).
E’ quindi una fake regionale del potenziamento del De’Liguori, tant’è che in data 29 marzo 2024 vi è stato un trasferimento di 3 unità infermieristiche che martedi 2 Aprile prenderanno servizio al Rummo di Benevento, depotenziando ancora di più così il De’Liguori, per non parla di un Pronto Soccorso carente di risorse, dove gli operatori sono costretti a veri tour de force.
La delusione è tale, soprattutto nei confronti della Regione, che amministra in modo assurdo la Sanità.
Purtroppo poco può la politica locale, perché la politica regionale detta legge in tal senso, e il comitato interessato attualmente doveva portare il decreto nelle sedi preposte e chiedere la sua applicazione.
Il “comitato Curiamo la vita” si è sciolto perché alcuni membri non avevano più a cuore l’interesse generale ma solo ambizioni personali.
Il nuovo comitato è stato creato solo per interessi politici, utilizzando la questione ospedaliera solo come propaganda.
Tutto inutile se non per pubblicità.
“La politica deve mettere giù le mani dalla Sanitè” dichiarano le pasionarie, chiedendo l’appoggio della popolazione intera, perché il coraggio sta nell’azione.
Intanto, tutto sta a Benevento.
Le signore “pasionarie” che sono arrivate allo stremo, perché vengono contattate quotidianamente per tale istanza, si dichiarano per nome: Pina De Masi, Michela Ottobre, Margherita Rossano.
Queste signore hanno il coraggio di mostrarsi pubblicamente, e non per vanità o fama, ma per il bene di tutti, contro quella che è, a tutti gli effetti Mlalasanità.