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Il Caso Casalino e le bancarelle “moleste”

“Vado avanti per la mia strada, anche se gli insulti che mi sono stati rivolti sono vergognosi e mi rendono un bersaglio facile per tutti gli ambulanti. Non ho paura, perché la paura non la si ha quando si è nel giusto, ma l’attacco di cui sono stato oggetto ha risvolti potenzialmente pericolosi”. Così Rocco Casalino commenta all’Adnkronos il video contro di lui, condito di insulti omofobi, del ‘re delle bancarelle’ Augusto Proietti, furente in un video YouTube in cui accusa di essere stato multato dai vigili urbani dopo le denunce mosse dal capo ufficio stampa della comunicazione M5S, per le bancarelle che assediano piazzale Flaminio, sotto la nuova residenza dell’ex portavoce di Giuseppe Conte.

“Il fatto che per decenni sia stato tollerato l’assedio abusivo di ambulanti e furgoni in una delle piazze più belle del mondo – dice ancora Casalino – non giustifica che si prosegua nel pieno spregio delle regole. Vale per piazzale Flaminio e per tante altre piazze romane, piegate a un potere sommerso che troppo spesso continua a fare il bello e cattivo tempo di questa città. Ringrazio il sindaco Gualtieri per la solidarietà”.

Proietti: “Ho sbagliato, vorrei parlare con Casalino”

“Io ho detto quella cosa, ho sbagliato i modi, va bene, però ero arrabbiato. A me che importa se uno è gay o non è gay, io ho un sacco di amici gay. Ho fatto quel video perché 40 euro di multa ogni giorno a mio figlio che lì ha il banco e agli altri commercianti come lui mi avevano portato all’esasperazione. Io con Casalino ci vorrei parlare per chiedergli: ‘Ma che ti abbiamo fatto?’. A noi piace la pace, mica la guerra”, dice Proietti all’Adnkronos.

Casalino “si è comprato un appartamento da un milione e mezzo di euro che io non potrei mai permettermi dopo 40 anni di lavoro – dice – e ha iniziato a chiamare tutti i giorni alle 6-6.30 i vigili, esasperati pure loro, perché gli danno fastidio le bancarelle quando si affaccia dalla finestra. Noi lì ci stiamo da 40 anni, così come pure a piazza Vittorio dove la mia famiglia cento anni fa vendeva i cerini quando ancora non erano dei Monopolio di Stato e oggi siamo gli unici a vendere roba italiana”.

“Venti anni fa io e mia moglie abbiamo dato la licenza ai miei figli perché io, con una invalidità al 100%, non posso più lavorare. Ho sei licenze, una per ognuno dei miei figli. Ho sbagliato i toni, i modi, ma io ho la quinta elementare. Ero arrabbiato, e d’altronde con una multa di 40 euro ogni giorno per i furgoni che sono stati lì parcheggiati una vita, chi non lo sarebbe? E poi che gli ho detto? Che è gay? Lo ha detto lui per primo di essere gay, mica l’ho diffamato“.

“A Casalino vorrei dire che un mese fa, in una riunione sindacale in municipio, sono stato io stesso a proporre di spostare addosso al muro i tre banchi che gli danno fastidio, lasciando libera l’uscita della metropolitana e lo spazio davanti casa sua”, prosegue. “Che poi lui tutti i torti non li ha, si sono allargati troppo. Io ho sbagliato e lui non ha tutti i torti, quindi io lo incontrerei pure pubblicamente, ci diamo una stretta di mano e cerchiamo di venire a capo di questa cosa che, tra l’altro, sta creando problemi pure ai mie figli che adesso vanno a lavorare con la tensione addosso. I banchi a piazzale Flaminio vanno sistemati, ma non dimentichiamo che lì ci mangiano centinaia di famiglie”.

Certo è che a Roma ne succedono di tutti i colori, proprio arcobaleno.

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