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Giustizia, alla fine!

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Chico Forti torna in Italia. Il rientro potrebbe avvenire per Pasqua, quindi entro un mese, secondo quanto prevede e auspica la famiglia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri a Washington ha incontrato alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden, nella serata italiana ha annunciato la notizia attesa da anni: Forti, dopo 24 anni di carcere negli Usa, sarà trasferito in Italia.

“Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti”, ha detto Meloni in un video pubblicato su Facebook prima dell’incontro con Biden.

La famiglia apprende la notizia

La famiglia di Chico Forti era stata avvisata qualche ora prima, come ha spiegato lo zio Gianni Forti a Rainews24. “La presidente del Consiglio Giorgia Meloni mi ha chiamato verso le 16 dicendomi che aveva raggiunto un accordo con il Governatore della Florida e che aveva sottoscritto i documenti necessari per l’iter di trasferimento di Chico Forti in Italia”, ha spiegato il parente.

“E’ stata data la notizia a Chico direttamente dal presidente Meloni, che ha avvisato me. Ho provveduto a informare la mamma di questa bellissima notizia che dopo un quarto di secolo di battaglie finalmente sembra che siamo arrivati alla fine di questo terribile incubo”, ha aggiunto.

“Anche per lui credo che sia un premio alla sua tenacia e al suo coraggio. Nessuno sa come ha fatto a resistere per 25 anni”, ha sottolineato Gianni Forti. Cosa prevede ora l’iter nel dettaglio? “Credo che il primo passo sia il suo trasferimento in una struttura federale e da li poi rientrerà in Italia secondo le regole previste dalla Convenzione di Strasburgo. Confidiamo che per Pasqua possa riabbracciare sua madre”.

Chi è Chico Forti, la condanna e il carcere

Sessantacinquenne, trentino, campione di windsurf, produttore televisivo e cineoperatore d’assalto, Enrico Chico Forti negli Usa sconta una condanna per l’omicidio di Dale Pike. È in carcere da quasi 24 anni: ha rischiato la sedia elettrica, è stato condannato all’ergastolo senza appello. Ora, dopo l’ok al trasferimento firmato dagli Usa, si avvicina il momento del rientro in Italia, come ha annunciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington.

Dal 15 giugno 2000, giorno del verdetto, Forti si dice vittima di un complotto. Pike fu trovato morto in un boschetto che limita una spiaggia, a poca distanza dal parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all’aeroporto. La morte fu fatta risalire tra le ore 20 e 22 del giorno precedente, poco tempo dopo il suo commiato da Enrico Forti.

Secondo la sentenza, non appellabile, Forti è stato condannato all’ergastolo per “aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamene, la morte di Dale Pike”. La storia di Forti è legata a doppio filo all’omicidio di Gianni Versace, avvenuto il 15 luglio 1997, a Miami Beach, due chilometri in linea d’aria dal luogo dove, sette mesi dopo (il 15 febbraio 1998), fu trovato cadavere Dale Pike, ucciso fra l’altro con lo stesso tipo di pistola che esplose i suoi colpi mortali contro Versace; due proiettili alla testa, come per Pike.

Nel marzo 2021, una prima svolta annunciata da Luigi Di Maio, all’epoca ministro degli Esteri: “Chico Forti è stato trasferito in un altro penitenziario americano, dove si collocano i detenuti in attesa trasferimento”, le parole di Di Maio all’epoca.

Anche la Giustizia Americana ha qualcosa che non va.

Bentornato , Chico!

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