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Draghi e la transizione

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FILE - In this July 5, 2012 file photo President of the European Central Bank Mario Draghi speaks during a news conference in Frankfurt, central Germany. Draghi said in an interview with French daily publication Le Monde posted on the bank's website Saturday, July 21, 2012, that predictions of a eurozone "explosion" underestimate "the political capital that our leaders have invested in this union, as well as the support of European citizens." (AP Photo/dapd, Mario Vedder, File)

egli ultimi anni si sono verificati molti cambiamenti profondi nell’ordine economico globale e questi cambiamenti hanno avuto una serie di conseguenze, una delle quali è chiara: in Europa si dovrà investire una quantità enorme di denaro in un tempo relativamente breve, e sono impaziente di discutere di ciò che i ministri delle Finanze pensano e stanno preparando su come finanziare queste esigenze di investimento”.

Lo ha riferito l’ex premier Mario Draghi, arrivando a Gand alla riunione informale dei ministri delle Finanze, dove è invitato alla luce del rapporto sul futuro della competitività europea al quale sta lavorando.

 Riguardo agli investimenti necessari, ha segnalato Draghi, “non intendo solo il denaro pubblico, ma anche i risparmi privati: come si potrebbero mobilitare le risorse private in misura molto più elevata rispetto al passato e sono impaziente di avere questa discussione”. “Siamo qui – ha segnalato al proprio arrivo -per un primo scambio con diverse parti interessate per la preparazione del rapporto sulla competitività dell’Europa”.  

 “Quando guardiamo ai nostri principali concorrenti e agli Stati Uniti in particolare, il divario è ovunque: nella produttività, nella crescita del Pil, nel Pil pro capite”. Lo ha segnalato Mario Draghi ai ministri dell’Economia Ue a Gand, da quanto filtra sul suo intervento sulla competitività. “L’ordine economico globale in cui l’Europa ha prosperato è scosso” per la dipendenza dall’energia russa, le esportazioni cinesi e sulla difesa dagli Usa. Altri fattori sono la velocità richiesta dalla transizione verte e dalla “velocità impressa dall’Ia”. 

Nel corso del suo intervento a Gand, l’ex premier ha osservato che  “i bisogni delle transizioni verde e digitale sono stimati in almeno 500 miliardi di euro l’anno, a cui vanno aggiunti la difesa, gli investimenti produttivi. Il divario dell’Ue rispetto agli Usa si sta allargando soprattutto dopo il 2010. Agli Usa sono serviti due anni per tornare ai livelli precedenti, all’Ue nove anni, e da allora non siamo saliti. C’è un gap di investimenti dell’1,5% del Pil pari a 500 miliardi di euro”. 

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