Beijing(Pechino) – “In un mese ho perso due anni di stipendio in Borsa, sono molto felice di vivere in questa superpotenza finanziaria”. “Potreste lasciarci qualche missile per bombardare la Borsa di Shanghai?”. I cinesi stanno sfogando la loro (più che giusta) frustrazione, con una certa dose di sarcasmo, in un posto alquanto insolito: la pagina Weibo (l’X cinese analogo di Musk) dell’ambasciata statunitense a Pechino, “diventata il muro del pianto degli investitori”, come scrive uno degli utenti del web.
I primi “post” hanno cominciato ad apparire nel weekend. Ora i commenti sono diventati ben 163mila: che con le giraffe ( a cui era dedicato il post iniziale)ovviamente non c’entrano niente ma dimostrano come i cinesi si adoperino a trovare un luogo, almeno nel web, per esprimere tutte le loro (dovute) preoccupazioni. Gli account ufficiali delle agenzie statali o dei media cinesi solitamente disabilitano la funzione di commento o mostrano solo commenti selezionati ad hoc. Alcuni dei commenti sotto il post delle giraffe non sono tuttavia più disponibili, la censura si sta muovendo in fretta in puro stile mandarino.
Titoli in crollo: l’indice delle blue-chip CSI300 è sceso del 2,1%, toccando i minimi da cinque anni, durante i primi scambi della giornata (poi ha recuperato l’1%) mentre lo Shanghai Composite Index è crollato del 3,5%, dopo aver perso il 6,2% la scorsa settimana.
Ben tre anni consecutivi di perdite hanno “fatto fuori”(letteralmente) più di 6mila miliardi di dollari dal valore di mercato delle azioni cinesi e di Hong Kong dal picco raggiunto nel 2021, a causa del crollo immobiliare( vedi Evergrande immobiliare), di dati economici deboli e di tensioni con gli Stati Uniti che hanno messo al muro gli investitori.
La leadership comunista sta cercando da tempo di mandare messaggi concilianti, per calmare gli investitori. A fine gennaio era stato il premier Li Qiang a dire che “dovrebbero essere adottate misure più incisive ed efficaci per stabilizzare il mercato e aumentare la fiducia”. Ieri la Commissione di Regolamentazione dei titoli ha sollecitato la “necessità di prevenire con determinazione le fluttuazioni anomale del mercato”.
La propaganda ottimista di stato ha ottenuto, tuttavia, l’effetto opposto. Lo scorso venerdì il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito Comunista, ha pubblicato un articolo dal titolo “L’intero Paese è pieno di ottimismo”. Subito oggetto di derisione sui social, ovviamente. “L’intera comunità delle giraffe è piena di ottimismo”, ha commentato un ironico utente richiamandosi al post .
“Se il mercato azionario è negativo, non importa, si può scegliere di non investire. Ma ciò che è disumano è quando continuano a pubblicare notizie che parlano di un mercato in crescita, ingannando la gente a investirvi, e poi il mercato crolla”.
Ad accrescere il pessimismo degli investitori, venerdì il Fondo Monetario Internazionale(FMI) ha previsto che la crescita economica cinese rallenterà al 4,6% nel 2024 e diminuirà ulteriormente nel medio termine, con una crescita di circa il 3,5% prevista nel 2028.
Sono dati così allarmanti da farci ringraziare qualche entità superiore a n on essere cinesi. Tuttavia, nello scenario globale economico tutto è inevitabilmente collegato, quindi dobbiamo prestare attenzione a quanto sta succedendo entro la Grande Muraglia.
Non dimentichiamo che la Cina è sempre vicina.