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Meraviglie dell’Universo: un buco nero sui generis

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Anche i corpi celesti ‘non rispettano le regole” gettando scompiglio nell’Universo ed i buchi neri sono proprio come “bimbi capricciosi” che ne combinano di tutti i colori quando meno te l’aspetti. Ma questa volta c’è n’è uno che l’ha combinata davvero grossa. A vederlo è stato il più sensibile telescopio spaziale dell’Esa XMM-Newton che ha catturato questo buco nero “sui generis” addirittura nell’atto di “ribaltarsi sul tavolo” durante un pasto che sarebbe stato considerabile normalmente civile. Detta così sembra una marachella spaziale ma questo atto del buco nero, nella realtà astronomica impedisce alla galassia che lo circonda di formare nuove stelle. Un ‘dispetto’ che però dà l’idea di come i buchi neri e le galassie co-evolvono.

Gli scienziati dell’Esa (l’ente spaziale europeo) spiegano che nel cuore di ogni grande galassia si trova un buco nero supermassiccio, la cui immensa gravità attira gas dall’ambiente circostante. Fin qui, tutto già noto, come nel caso di Sagittarius A-star. Man mano che il gas si muove a spirale verso l’interno, si raggruppa in un “disco di accrescimento” piatto attorno al buco nero, dove si riscalda e si illumina. Nel corso del tempo, il gas più vicino al buco nero supera il punto di non ritorno e viene letteralmente divorato. Tuttavia, i buchi neri consumano solo una frazione del gas che si muove a spirale verso di loro. E mentre circonda un buco nero, parte della materia viene respinta nello spazio ricordando proprio un bimbo arrabbiato che versa quasi tutto ciò che si trova nel suo piatto quando mangia.

Gli scienziati sottolineano che un buco nero si capovolgerà come dire, sull’intera tavola: il gas nel disco di accrescimento verrà scagliato in tutte le direzioni a velocità così elevate da eliminare il gas interstellare circostante. Ciò non solo priva il buco nero del cibo ma significa anche che non possono formarsi nuove stelle su una vasta regione, modificando la struttura della galassia.

Fino ad ora, questo “vento da buco nero” ultraveloce era stato rilevato solo proveniente da dischi di accrescimento estremamente luminosi, che sono al limite della quantità di materia che possono assorbire. Questa volta, XMM-Newton ha rilevato invece un vento ultraveloce in una galassia decisamente nella media e che si potrebbe definire “solo uno spuntino”. Fisicamente, è una singolarità nella singolarità, scusate il gioco di parole. Ma è così.

“Potresti aspettarti venti molto veloci se un ventilatore fosse acceso al massimo. Nella galassia che abbiamo studiato, chiamata Markarian 817, la ventola veniva accesa a un livello di potenza inferiore, ma si generavano comunque venti incredibilmente energetici” osserva la ricercatrice universitaria Miranda Zak dell’Università del Michigan che ha svolto un ruolo centrale in questa ricerca astrofisica.

Il coautore dello studio, Elias Kammoun, astronomo dell’Università italiana di Roma Tre, aggiunge che “è molto raro osservare venti ultraveloci, e ancora meno comune rilevare venti che hanno abbastanza energia da alterare il carattere della galassia che li ospita”. “Il fatto che Markarian 817 abbia prodotto questi venti per circa un anno, pur non essendo in uno stato particolarmente attivo, suggerisce che i buchi neri potrebbero rimodellare le galassie che li ospitano molto più di quanto si pensasse in precedenza”.

Viene da pensare come finirà l’universo, in quanto alcuni fisici teorici sostengono che i vari buchi neri si fonderanno in un nuovo immenso buco, e ricomincerà il Big Bang( forse, sostengono questa nostra esistenza è la 13esima reincarnazione dell’universo).

Sta di fatto che è assodato che al centro delle galassie i supermassicci buchi neri formano le spirali, con la maestosità della loro potenza gravitazionale. Tranne che per il finale, invito sempre chi legge a vedere il film di (fanta)scienza “Interstellar”, che parla proprio di questa singolarità cosmica.

Almeno, sognare le stelle è ancora gratis.

(Fonte: ADN-Kronos)

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