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Bonus mamme “primo test” del nuovo presidente Inps

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E’ Gabriele Fava alla presidenza dell’Inps-Istituto nazionale della previdenza sociale e a Fabrizio D’Ascenzo al vertice dell’Inail-Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro. Il neo-presidente Fava ha dovuto affrontare subito il primo “intoppo”: il mancato pagamento a gennaio del “bonus mamme”. E’ un provvedimento che interessa circa 700mila lavoratrici. Le mamme con almeno due figli avranno presto quanto previsto dalla Legge di Bilancio attraverso la de-contribuzione: nei prossimi giorni è attesa la circolare dell’Inps sulla misura che farà chiarezza anche sull diritto ad avere gli arretrati a partire dal primo gennaio 2024. Non sarà necessaria una domanda all’Inps, ma solo una comunicazione al datore di lavoro per attestare l’intenzione di avvalersi della misura. Sarà poi il datore a dare la comunicazione all’Inps. Una misura comunicativa demandata, quindi.

La misura prevede l’esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente a tempo indeterminato (9,19% della retribuzione) a esclusione del lavoro domestico, nel limite massimo di 3mila euro l’anno per tre anni per le madri con almeno tre figli fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. Solo per il 2024 l’esonero è previsto anche per le lavoratrici con due figli fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo.

Gli effetti della misura si intrecciano con quelli della proroga al 2024 dell’esonero parziale (pari a 6 -7 punti percentuali) dal versamento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore con retribuzione fino a 35mila euro. Il vantaggio con la misura risulterà peraltro più ridotto di quello che si verificherà dal 2025, quando la de-contribuzione parziale non sarà più in vigore. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha calcolato nei mesi scorsi che per il bonus alle mamme con almeno due figli nel 2024 «il beneficio al netto delle imposte cresce progressivamente fino ad attestarsi su circa 1.700 euro, raggiunti in prossimità della retribuzione lorda di 27.500 euro, valore che resta pressoché costante per le retribuzioni superiori». Se si divide per 12 mesi il beneficio massimo per le lavoratrici si attesta su 141 euro al mese. Non notevole, ma accettabile.

Parlano le donne del PD: «Il solito pasticcio del governo Meloni», dice la vicepresidente del gruppo dem al Senato Beatrice Lorenzin(ex ministro della Salute). «Sul bonus mamme la destra prima ha limitato la platea delle beneficiarie e adesso, a causa della sua incapacità, sta facendo slittare la misura», le fa eco su X la deputata Pd Silvia Roggiani. «Quelli della difesa della famiglia falliscono con il bonus mamme», conclude la collega(e anche archeologa, sapete?) Ilenia Malavasi.

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