Sono bellissime le immagini delle 19 galassie a forma di spirale fotografate con dettaglio senza precedenti dal James Webb Space Telescope, gestito dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa e Canada.
Le galassie fanno parte dell’universo a noi più vicino e sono ricche di dettagli inediti di stelle, gas e polveri che forniranno informazioni preziose sulla struttura delle galassie e sui processi di formazione ed evoluzione stellare.
Le immagini sono state rese note dalla collaborazione internazionale Physics at High Angular resolution in Nearby GalaxieS (Phangs), sostenuta da oltre 150 astronomi di tutto il mondo e che comprende osservazioni fatte su tutto lo spettro elettromagnetico con i più grandi osservatori sia da terra che dallo spazio, tra cui Alma, Vlt e Hst.
“L’obiettivo del progetto è studiare il processo di formazione stellare, come questo venga influenzato dall’ambiente circostante e viceversa come la formazione stellare a sua volta lo influenzi attraverso processi cosiddetti di feedback”, spiega Francesco Belfiore dell’Inaf di Arcetri, unico ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica impegnato nel progetto Phangs.
Al consorzio “spaziale” partecipa anche Mattia Sormani, che dopo dieci anni all’estero è oggi un ‘cervello di ritorno'(dopo tanti che scappano NdR) in Italia: in primavera prenderà servizio all’Università dell’Insubria, nella sede di Como, per studiare il trasporto di materia verso il centro della Via Lattea e l’alimentazione dei buchi neri, progetto per il quale ha vinto l’Erc Starting Grant 2023.
I dettagli meravigliosi delle galassie presenti nelle immagini sono frutto della combinazione di dati ottenuti nel vicino e medio spettro infrarosso grazie a diversi strumenti a bordo del telescopio Webb: NirCam ha immortalato milioni di stelle visibili nei toni del blu, alcune delle quali sparse nei bracci di spirale delle galassie o raggruppate in ammassi stellari; i dati dello strumento Miri, invece, evidenziano la polvere incandescente, mostrando le zone in cui questa si localizza intorno e tra le stelle. A queste lunghezze d’onda sono inoltre visibili nei toni del rosso le stelle che non si sono ancora formate completamente e restano avvolte nel gas e nella polvere che ne alimentano la crescita. Tra le strutture riconoscibili nelle immagini sono presenti anche ampi gusci sferici nel gas e nella polvere che potrebbero essere il residuo di esplosioni di una o più stelle.
Andateci piano con la visualizzazione. La spirale è per sua natura ipnotica, ti porta a viaggiare letteralmente. E’ mistica, come immagine; i giapponesi la chiamano “uzumaki”, ti prende, sembra non finire mai.
Immaginate l’universo come è strano…dalla spirale del DNA alle spirali galattiche…dal più piccolo al più grande.