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Leonardo e il treno Hyperloop

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LeonardoWebuild sono pronti alla firma per uno studio di fattibilità di Hyperloop, anzi,per l’esattezza, nella declinazione veneta «Hyper Transfert» il treno supersonico e «sotto vuoto» (vuoto pneumatico)della Regione (affidato tecnicamente a Cav, Concessioni Autostradali Venete) che permetterà di sfrecciare alla velocità del suono: 1234,8 km all’ora per la precisione. Sarebbe questione di ore per l’ufficializzazione dell’affidamento dopo la gara della concessionaria del Passante e ormai alle battute finali.

 La firma, elettronica ma non per questo meno significativa, sancisce l’avvio della commessa, quattro milioni di euro, al consorzio che vede in campo due colossi: Leonardo e Webuild. Si parla di «sistema di trasporto ultraveloce a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata, completamente sostenibile e a basso consumo di energia».

Davvero notevole.

Con l’aggiudicazione a gennaio, resta da capire se la valutazione sull’effettiva possibilità di progettare e realizzare un prototipo (qualche esempio già esiste ad esempio negli Stati Uniti e in Francia), prevista entro quest’anno sarà rispettata. Il protocollo firmato da ministero delle Infrastrutture e Trasporti(qui Salvini), Regione e CAV prevede cinque mesi di tempo per questo step. Mesi in cui colossi come Leonardo, ad esempio per le fusoliere sotto vuoto, e Webuild che sta realizzato a tamburo battente il tratto veneto di Alta velocità fra Verona e Vicenza, sarà dirimente per passare dalla «visione» alla realtà. Almeno quella di un prototipo da costruire entro il 2026 e mettere in esercizio lungo l’asse dell’A57 e poi dell’A4 fra Mestre e Padova.
Un tratto sperimentale chiamato, per l’appunto, «test track»(tracciato da test), percorso di prova. Il costo stimato complessivo è di 4,5 miliardi di euro.

Il programma

Si comincerà con una prima sperimentazione con il trasporto di sole merci per passare poi a quello dei passeggeri. In CAV così come in Regione, non trapela ancora nulla, ma ormai la firma dovrebbe essere a breve. Fra i primi sostenitori del progetto avveniristico (già oggetto di satira pungente da parte di Maurizio Crozza, va detto) c’è il presidente della Regione Luca Zaia che, a suo tempo, ne parlava definendolo «progetto avvincente e futuristico. Un altro fondamentale passo verso quella che potrà essere la mobilità del futuro proiettando il Veneto nella cerchia delle regioni più innovative a livello internazionale».
Sono almeno 5 le società che nel mondo, dal deserto di Las Vegas all’India, lavorano da oltre un decennio sul concept di un treno super veloce, anzi, supersonico. L’idea, nel 2012, partiva dal magnate visionario Elon Musk e l’investitore Shervin Pishevar e, da lì, nasceva Hyperloop One. La società «madre», però, è fallita a pochi giorni dall’ultimo Natale. È ancora in buona salute, comunque, Hyperloop Italia, la società di Gabriele Gresta, detto Bibop, che con Regione Veneto ha già avuto più di qualche interlocuzione. L’idea di fondo ricorda il principio della «posta pneumatica» ma il sapore un po’ rétro finisce qui perché l’ipotesi da cui parte la sperimentazione veneta è ancorata a tecnologia d’avanguardia.

La valutazione

In sintesi si possono immaginare capsule-vagoni che sfrecciano all’interno di un tubo sotto vuoto pneumatico, come la posta in cilindri. La velocità del suono è ancora un obiettivo tutto da raggiungere ma, proprio l’ormai fu «Hyperloop One» di Musk ha portato le capsule-demo (ribattezzate XP-1) alla velocità record di 387 km orari. Ciò che fa testo, però, è soprattutto la tecnologia utilizzata, la «airlock»(chiusura d’aria), con cui si è dimostrata la possibilità di far viaggiare un veicolo all’interno di una struttura tubolare depressurizzata. Ed è proprio su questo punto che verterà la «valutazione di fattibilità» affidata a Leonardo e Webuild da Regione Veneto e CAv.

Davvero notevole. Meno energia richiesta rispetto a un TGV o magnetotreno.

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