Cominciano i rinnovi contrattuali nella Pa che valgono a regime 9,95 miliardi all’anno. I numeri, come scritto dal Sole 24 ore, sono indicati nella «direttiva madre» siglata dal ministro per la Pa, Paolo Zangrillo. Nel documento sono indicate le linee guida per i nuovi accordi: dalla formazione di almeno 24 ore annue (in orario di lavoro), alle valutazioni per far emergere il merito, fino agli aumenti previsti in busta paga. Aumenti che in media sono del 5,78% rispetto all’ultima stagione dei rinnovi.
Insoddisfatti i sindacati soprattutto se si considera l’inflazione e la conseguente erosione dei salari. Dice Sandro Colombi, segretario generale Uil Pubblica amministrazione: «Forse se il ministro Zangrillo ascoltasse la voce dei lavoratori che conoscono per esperienza diretta le ragioni autentiche dei problemi della Pa, la smetterebbe con la retorica del merito e degli aumenti a pioggia. Ma di quale pioggia stiamo parlando? Forse della pioggia acida dell’inflazione che si è mangiata il 15% del valore reale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici negli ultimi tre anni?».
La «direttiva madre» si riferisce allo sviluppo delle capacità digitali e alle «competenze trasversali e manageriali» con focus sulle lle attività formative che intendono «implementare un adeguato esercizio della leadership da parte dei dirigenti». Anche pe r questo i nuovi contratti dovranno prevedere «un cospicuo finanziamento degli istituti collegati alla produttività».