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Ex Ilva, Urso: “Dovrebbe essere Mittal a chiedere l’amministrazione straordinaria”

Sindacati e rappresentanti dell’indotto bloccano per diverse ore le strade statali che portano a Taranto. Il decreto legge sugli stabilimenti sarà all’esame della commissione Industria del Senato da martedì 23 gennaio.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha partecipato in videoconferenza al confronto con le associazioni che rappresentano le aziende fornitrici e dell’indotto di Acciaierie d’Italia, il tema dell’incontro: l’aggiornamento sulla situazione dell’ex Ilva e in relazione ai provvedimenti recentemente assunti dal governo (è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data di ieri ed è in vigore da oggi, il decreto legge che detta disposizioni in merito al possibile avvio della procedura di amministrazione straordinaria, fra le norme, quelle sul prestito-ponte di 320 milioni e quelle sulla cassa integrazione). All’incontro ha partecipato anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone.

“Possiamo intervenire solo come stiamo facendo attraverso l’amministrazione straordinaria, attivata dal socio pubblico ove l’amministratore delegato non l’attivasse secondo gli strumenti che esistono. È responsabilità dell’amministratore delegato chiedere immediatamente l’amministrazione straordinaria. E consentire a noi di intervenire attraverso la nomina dei commissari che possono subito prendere in mano la situazione”, ha dichiarato Urso nel corso nella video call.

Per la acciaieria nazionale ci sarà “un piano che prevedrà 4 poli: quello delle acciaierie del Nord, quello di Piombino poi, entro febbraio, definiremo l’accordo di programma per Terni e, nel contempo, stiamo affrontando la questione relativa all’ex Ilva di Taranto”, aveva dichiarato Urso qualche ora prima alla stampa. In seguito il ministro ha precisato che per l’ex Ilva di Taranto “le interlocuzioni” con altri privati “sono già iniziate”. “Lo Stato è impegnato a salvare la siderurgia italiana e quindi a salvare il polo siderurgico di Taranto”. 

Il decreto legge sugli stabilimenti ex-Ilva sarà all’esame della commissione Industria del Senato da martedì prossimo, 23 gennaio.

Nel frattempo gli imprenditori dell’indotto e i loro dipendenti hanno manifestato sulle due principali statali in entrata e in uscita da Taranto: l’Appia verso Bari e la Ionica verso Reggio Calabria. Dopo alcune ore il blocco delle arterie è terminato. “Al momento vengono rimossi i blocchi stradali in attesa di adottare nuove e clamorose iniziative di protesta” ha scritto in una nota Aigi, l’associazione a cui aderisce l’80% delle imprese che lavorano con l’ex Ilva di Taranto e che chiede garanzie sul pagamento dei crediti maturati dalle imprese, circa 120 milioni di euro, temendo che possano svanire con il ricorso all’amministrazione straordinaria.

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