Pechino in rosso, è fuga dei fondi esteri per 4,6 miliardi. Il governo interviene sulla «vendita disordinata» delle auto elettriche.
Calo cinese
Venerdì 19 gennaio l’Hang Seng cede oltre 1% e Shanghai lo 0,8% alle ore 7:30 italiane, ovvero rispettivamente il 10,8% e il 5,1% da inizio anno. Lo yen scivola pesantemente sul dollaro a 148,76 (-0,4%) mentre il T bond Usa decennale vede il rendimento passare dal 4,15% al 4,17%, con i futures sul Nasdaq positivi per lo 0,3% (gli altri due indici di Wall Street sono piatti).
La vendita delle azioni cinesi è peggiorata negli ultimi giorni, mentre gli investitori internazionali che scommettono su un rimbalzo perdono fiducia nell’arrivo degli stimoli economici da parte di Pechino.
La flessione di gennaio ha tratto in “inganno” le aspettative delle banche di Wall Street, tra cui JPMorgan e Goldman Sachs, secondo cui il mercato azionario cinese era pronto per una ripresa nel 2024.
Gli investitori internazionali sembra abbiano hanno perso la speranza dopo il discorso del premier Li Qiang a Davos martedì, senza alcun accenno a nuove misure governative per rilanciare l’economia o i mercati finanziari.
Gli investitori stranieri, che alla fine del 2023 avevano venduto circa il 90% dei 33 miliardi di dollari di azioni cinesi acquistati all’inizio dell’anno, hanno continuato su questa linea anche a gennaio. Mercoledì i deflussi da inizio anno sono più che raddoppiati dopo che Pechino ha confermato che la crescita annuale della Cina è stata la più lenta degli ultimi decenni e ha rivelato che il declino della popolazione del Paese ha subito un’accelerazione nel 2023.