AslimItaly

Per la Banca mondiale siamo al 58esimo posto nel mondo per facilità di aprire un business.

Il governo italiano tiene molto a cuore la questione del Made in Italy, ossia del Fatto(prodotto) in Italia, per restare fedele ai tentativi di fare piazza pulita degli anglicismi. Così ha preso di petto il problema: un nome nuovo per un ministero e un disegno di legge, che include anche una Liceo apposito(a cui pochissime scuole per ora hanno aderito, tanto da fare parlare già di fallimento), una giornata commemorativa e un fondo «per attrarre investitori dall’estero per la crescita e lo sviluppo delle filiere strategiche italiane», ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Da parte sua, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito, sia ad Atreju sia durante la conferenza stampa non stop-diuretica che chi fa ha molto più valore di chi griffa. Più precisamente, «ha più valore chi produce le eccellenze italiane che chi le mostra», e il riferimento era al caso del Pandoro Rosa/ Ferragni..

Un vero peccato che la campagna “Open to Meraviglia”, con lo scopo di promuovere l’Italia nel mondo, abbia avuto tra i suoi principali difetti quello di usare una parola che non è facilmente esportabile, ostica se non impossibile da pronunciare per chi italiano non è, o non conosce abbastanza bene la lingua. «Mamma mia!», per dirla con il vecchio adagio che accompagna gli italiani all’estero. Comprendendo anche l’errore di postare un panorama che italiano non è, oltre a “svilire” l’opera di Botticelli.

(Fonte:Lettera43)

Exit mobile version