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Femminicidio Giulia Cecchettin: analisi dei RIS sulla Punto di Turetta

È lorda di sangue la Fiat Grande Punte con cui, lo scorso 11 novembre, Filippo Turetta ha trasportato il corpo dell’ex fidanzata, Giulia Cecchettin, per poi abbandonarla senza vita in un canalone tra le montagne di Piancavallo e fuggire in Germania, dove è stato arrestato una settimana più tardi. 

La Fiat Grande Punto nera, sulla quale il giovane è stato bloccato dalla polizia tedesca il 18 novembre scorso, è da 4 settimane nelle mani dei Ris di Parma, che hanno aperto l’auto, recuperato il materiale all’interno, e, su incarico del PM Andrea Petroni, svolto i primi rilievi.

La conferma arriva dai primi accertamenti che gli specialisti del Ris (Reparto Investigazioni Speciali)di Parma hanno eseguito sull’auto dello studente di Torreglia, ora in carcere a Montorio, Verona , rientrata in Italia poco prima di Natale dalla Germania. Sarà necessaria un’apposita analisi delle tracce, la cosiddetta “blood-stain pattern analysis” per capire se si tratti di schizzi e, dunque, se le coltellate che hanno provocato la morte della ragazza siano state inferte proprio all’interno del veicolo, come ipotizzato dagli inquirenti, oppure se la ragazza di Vigonovo era già deceduta quando Turetta era stato inquadrato dalle telecamere della zona industriale di Fossò mentre caricava nel sedile posteriore il corpo dell’ex fidanzata, dandosi poi alla fuga.

 Sulla Fiat Punto Grande sono stati rinvenuti anche uno dei due coltelli usati da Turetta, quello con una lama di 12 centimetri – l’altro, con la lama spezzata, fu rinvenuto nel parcheggio di Vigonovo, dove iniziò l’aggressione a Giulia – dei sacchetti di nylon neri, una scarpa, e un cellulare. Si dovrebbe trattare del telefono di Turetta perché, da quanto si sa, quello di Giulia non è mai stato ritrovato.

Al momento Filippo Turetta è indagato per omicidio volontario. Ma proprio le analisi sull’autovettura saranno fondamentali per determinare eventuali aggravanti, come quello della crudeltà e della premeditazione, che potrebbero valergli l’ergastolo in caso di condanna.

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