Chiara Ferragni è attualmente indagata per truffa aggravata da minorata difesa nella vicenda del pandoro Balocco. Lo si apprende da fonti della Procura di Milano che precisa come sia indagata anche con la stessa ipotesi di reato Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’omonimo gruppo dolciario.
La svolta, nel fascicolo aperto poco prima di Natale dal Procuratore di Milano Eugenio Fusco, arriva nel giorno in cui sul tavolo dell’ufficio del quarto piano del Palazzo di Giustizia è arrivata l’annotazione della Guardia di Finanza e le Fiamme Gialle hanno varcato oggi stesso l’ingresso della sede dello stabilimento Balocco a Fossano, in provincia di Cuneo, per acquisire la documentazione relativa alla campagna promozionale di Natale 2022 del Pink Christmas(Natale Rosa), il pandoro che avrebbe dovuto sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino. L’ipotesi – che è costata alla influencer la multa da un milione di euro da parte dell’Antitrust – è di aver lasciato intendere che comprando il pandoro, sarebbe sostenuta la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario, ma in realtà la vendita non avrebbe influito minimamente sulla beneficenza e su una somma già stabilita. Una ricostruzione, che alla luce dello scambio di mail tra il gruppo dolciario e Ferragni, porta la procura milanese a ipotizzare il reato di truffa aggravata dalla ‘minorata difesa’, aggravante che interviene – secondo alcune sentenze della Corte di Cassazione – quando il presunto raggiro avviene su piattaforme online.
Chiara Ferragni così come l’amministratrice delegata Alessandra Balocco e i rispettivi team coinvolti saranno chiamati presto dalla Procura di Milano a rispondere per chiarire gli aspetti di un accordo stipulato nel novembre 2011 e in cui occorrerà dimostrare l’ingiusto profitto e dove sarebbe stato conseguito e il danno quindi per ogni consumatore che ha acquistato il pandoro ‘griffato’ da oltre 9 euro.
Lei sostiene: “Ho sempre agito in buona fede, sono serena”
“Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso” ha detto Chiara Ferragni, assistita dagli avvocati Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone. “Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”. “Sono, invece, profondamente turbata – aggiunge infine Chiara Ferragni – per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero”.
GdF nella sede della Balocco nel cuneese
La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito, inoltre, oggi alcune acquisizioni nella sede Balocco a Fossano nel cuneese. In particolare l’intervento delle Fiamme Gialle ha riguardato la documentazione e le mail relative all’accordo tra la società e l’imprenditrice digitale.
Donne in Rete contro violenza: “A noi cachet Sanremo da 150mila euro”
“A seguito di numerosi articoli che hanno messo in dubbio l’effettiva donazione del cachet di Sanremo a D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, l’associazione conferma di aver ricevuto 150.000 euro tramite bonifico da TBS Crew srl in data 12/01/2023″. Lo chiarisce in una nota la rete antiviolenza a cui Chiara Ferragni aveva devoluto il cachet previsto per la sua co-conduzione del festival di Sanremo 2023. “L’erogazione liberale – precisa D.i.Re – è stata destinata allo sviluppo di sportelli lavoro in 16 centri antiviolenza della rete D.i.Re. I fondi sono stati distribuiti a seguito di una call interna ai centri del 09/05/2023 per la presentazione obiettivi del fondo lavoro e avviso per presentazione proposte. Sono stati selezionati 16 centri antiviolenza che hanno ricevuto i finanziamenti a fondo perduto attraverso bonifici effettuati dal 22/06/2023 al 07/07/2023, a seguito della ricezione della convenzione sottoscritta dall’associazione social”.
L’imprenditrice digitale è indagata per truffa aggravata. Cosa cambia rispetto all’accusa di frode in commercio inizialmente prospettata?
La frode in commercio consiste nella consegna all’acquirente di un bene diverso da quello pattuito: un’ipotesi questa, che evidentemente non sembra adattarsi al caso Ferragni. Gli inquirenti, dunque, avranno optato per la truffa ritenendo che questo reato sia, almeno in linea teorica, più aderente ai fatti. Ciò, a quanto pare, anche alla luce di alcune mail scambiate tra la Balocco e le società che gestiscono l’immagine e la comunicazione di Chiara Ferragni.
La Ferragni avrà un bel daffare prossimamente. Il che significa avvocati, altre apparizioni sul web, comunicati stampa.
(Fonte:adn-kronos)