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Intelligenza Artificiale: parla il nuovo Presidente della Commissione Governativa

«Sono un ragazzo degli anni Settanta e in quegli anni, oltre ai giochi come Dungeons & Dragons, i walkie-talkie e le biciclette Bmx c’erano i computer, le consolle, il Commodore 64. E capire questa grande novità è stata una molla troppo forte per la mia curiosità. Oggi, questo processo di smontare e rimontare le cose per capirle potremmo chiamarlo hacking, ma io preferisco continuare a chiamare in causa la curiosità». È nata così la passione che ha portato padre Paolo Benanti — teologo del Terzo ordine di San Francesco, professore alla Pontificia Università Gregoriana, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’Intelligenza Artificiale e membro del Comitato sull’AI dell’Onu — a diventare il nuovo presidente della Commissione Governativa sull’AI per l’informazione dopo la rinuncia di Giuliano Amato. Un tema sul quale aggiunge : «La Commissione si è già riunita e ha iniziato i lavori con Amato. Per quanto mi riguarda si tratta di coordinare la squadra in un lavoro collettivo, non individuale. Mi piace considerarmi il tredicesimo giocatore in panchina chiamato perché gli altri si sono fatti male».

E ancora, Padre Paolo Benanti:

«È vero che il legame tra AI e informazione è cruciale. Ci sono tre temi su cui stiamo lavorando: il primo è soprattutto la valorizzazione della professione dei giornalisti che sono figure di garanzia nel processo democratico. Mi è sempre piaciuto il motto del Washington Post: “La democrazia muore nelle tenebre”. Nel giornalismo c’è una forte missione sociale che l’automazione dell’informazione porterebbe all’estinzione. Il secondo tema è la sostenibilità della professione: chiaramente l’automazione ha un impatto sull’industria dell’editoria minandola dal punto di vista economico. Ecco un altro effetto che può rendere problematico il prosieguo di questo importante ruolo del giornalismo. Il terzo tema è la comparsa dei nuovi grandi player che in alcuni casi sono di fatto editori ma che in questo momento non ne hanno la responsabilità. Ne aggiungerei un quarto: la facilità con cui oggi chiunque può produrre con queste tecnologie disinformazione o notizie false in momenti in cui già viviamo una forte polarizzazione».

Ancora, Padre Benanti si pronuncia sulle imprese:

“La diagnostica medica è un esempio di come possiamo usare il medico e l’Ai per migliorare la tutela della salute. Ci sono tanti argomenti a favore, ne presento uno: un’impresa ha una caratteristica che non è solo produttiva, ma è fatta anche dal know-how umano che le permette di difendere la propria eccellenza. Si può creare una situazione win-win sia per l’imprenditore che per i lavoratori».

Personalmente( è opinione del redattore di questo articolo, con tutta la mia piena responsabilità) vedo l’Intelligenza Artificiale come la più grande minaccia che questo pianeta possa incappare. L’avidità umana è così meschina che porterà inevitabilmente lo sviluppo dell’AI a dei livelli tali da disumanizzare l’uomo. Il ricorso sempre più dipendente a tecnologie innovative non fa che regredire l’intelligenza umana. La macchina, fredda calcolatrice non ha sentimenti o doti tipiche dell’animo umano. E’ peggio di Frankenstein di Mary Shelley o altre opere di William Gibson ed altri autori di fantascienza. Già viviamo in un’epoca con il triste avvento degli hikikomori, schiavi di internet in una vita non vissuta veramente. Il vero rischio sta nella sostituzione della macchina al posto dell’uomo, e già vediamo le prime terribili avvisaglie; quando si darà sempre più posto e potere alle macchine, allora l’uomo diventerà obsoleto, e nel quadro dell’evoluzione, sarà estinto. Verrà quindi l’uomo soppiantato dalla sua stessa creatura, e le sue lacrime non arrugginiranno di certo gli ingranaggi di metallici meccanismi.

Anche il sottoscritto ha avuto, negli anni ’80, come padre Benanti, un home computer( il mitico Commodore Amiga) e poi diversi PC, compreso quello con cui sto scrivendo in questo momento, e posso garantirvi che le pericolosità di cui i circuiti elettronici sono capaci è infinita. Finora siamo noi a digitare sulla tastiera, ma già alcune “periferiche” come Alexa hanno destato seria preoccupazione.

Come per la scissione dell’atomo, che dà energia ma può anche distruggere, anche l’intelligenza artificiale, laddove potrebbe certamente facilitare l’attività umana, migliorandola, può anche essere la causa del peggior fallimento. Che ci sia un prete a capo di questa Commissione Governativa dovrebbe calmarmi dalle preoccupazioni, ma così non è. Il mio peggior timore è che pian piano si arriverà alla “singolarità” digitale, e in molti, tra innumerevoli “Hurrah” adoreranno letteralmente il nuovo Dio Digitale che prende coscienza. La catastrofe è relativamente vicina, ma non ce ne accorgiamo ancora.

E sarà troppo tardi.

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