Una grande discarica abusiva scoperta quasi per caso dai piloti di un aereo in fase di atterraggio all’aeroporto di Fiumicino.
Sono iniziate così le indagini che hanno portato all’arresto di 12 persone, tutte accusate, a vario titolo, di inquinamento ambientale, incendio doloso, calunnia, furto di energia elettrica ed acqua, abbandono e malgoverno di animali.
Tra i fermati spunta la figura di una dipendente della Regione Lazio, definita “insospettabile”, che millantava parentele con il famigerato clan criminale Spada di Ostia. La donna, 52 anni, è attualmente ai domiciliari; nel gruppo degli arrestati figurano anche i figli e il compagno, oltre ad alcuni imprenditori di zona, tutti raggiunti da avvisi di garanzia.
Secondo una prima stima, saranno necessari 100 autotreni per bonificare la zona scoperta lungo la via Portuense a poche centinaia di metri dalla Città del Commercio all’ingrosso e dall’Aeroporto di Fiumicino.
Tra i diversi cumuli di rifiuti ed una fognatura a cielo aperto vivevano anche circa 40 cani di varie razze, una folta colonia felina e tre cavalli, tutti in pessime condizioni sanitarie, posti sotto sequestro assieme al terreno. Orrore.
Tutto è cominciato nel marzo dello scorso anno dopo che alcuni piloti di linea avevano comunicato la presenza di fumi provenire da un terreno sottostante la verticale di volo in fase di atterraggio, quando per motivi di condizioni meteo sfavorevoli erano costretti ad atterrare su una seconda pista dello scalo romano.
La dipendente pubblica è stata anche accusata di aver iniziato a occupare abusivamente il terreno dal 2014 nonostante con i figli risultasse anche assegnataria di un alloggio popolare. La donna e il compagno avrebbero iniziato allontanando prima i legittimi proprietari, terrorizzandoli con minacce di ritorsioni da parte del clan Spada di Ostia e di altri gruppi criminali di zona con cui millantavano legami. In seguito, la coppia avrebbe effettuato allacci abusivi alla corrente elettrica e all’acqua potabile avviando quindi una redditizia e incontrollata attività legata alla discarica abusiva con roghi inquinanti per lo smaltimento illegale di rifiuti.
Secondo l’accusa sarebbero stati scaricati ed incendiati rifiuti speciali, chimici, sanitari, vernici, ferro, elettrodomestici, porte, mobili, arredi, spazzatura varia e altro tipo di rottami. Il materiale veniva ammassato sul terreno e poi dato alle fiamme per fare spazio ad altre quantità da eliminare, con la conseguente continua emissione nell’aria di colonne di fumo nero, denso e nauseabondo.
Al termine delle indagini sono stati sequestrati anche i casolari presenti sul terreno e tre automezzi utilizzati per il trasporto illegale dei rifiuti.
Questo, permettetemi, è eco-terrorismo. E’ ora che vengano applicate tutte le misure normative previste dalla Comunità Europea e ratificate dalla Repubblica Italiana per non consentire mai più che determinati soggetti criminali possano ripetere una condotta cosi assurdamente stupida e assassina, in ragione di un unico scopo: il profitto.
Terre dei fuochi ce ne sono, e non solo in Campania. C’è da meravigliarsi che con tutti i satelliti ad alta definizione è stata necessaria la segnalazione “casuale” di alcuni piloti, che, seguendo il loro dovere civico, hanno permesso che si potesse mettere la parola “fine” ad un fenomeno tanto odioso quanto irresponsabile verso l’ambiente e la comunità. Resta da dire che tra segnalazione e azione da parte delle autorità passa ancora troppo tempo, lasciando che certi soggetti continuino imperterriti nelle loro attività eco-criminali.
Il danno non solo è ambientale, data l’immissione nell’ambiente di sostanze nocive che andrebbero trattate con le dovute cautele, ma anche erariale, vista la spesa per la bonifica cui dovremo andare incontro.
Mi chiedo quando l’uomo comprenderà che di pianeta Terra ce n’é uno solo.
Nessun pianeta B.