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Ridimensionato il bonus barriere architettoniche nel 2024: come cambia la detrazione del 75%

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Si riduce il numero di lavori per i quali sarà possibile beneficiare della detrazione del 75%. Stop al rifacimento dei bagni e alla sostituzione di infissi e, in sostanza, nell’elenco delle opere incentivate resteranno solo quelle volte alla rimozione delle barriere architettoniche verticali, dalle scale agli ascensori.

Le novità arrivano dal decreto legge n. 212/2023, che introduce nuovi limiti anche sul fronte della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Come cambia il bonus barriere architettoniche dal 1° gennaio 2024

Scale, rampe, ascensori, montascala e piattaforme elevatrici sono gli unici lavori per i quali nel 2024 si potrà beneficiare del bonus fiscale del 75% disciplinato dall’articolo 119-ter del decreto legge n. 34/2020.

Stop quindi alle spese più generiche, quali ad esempio la sostituzione di infissi o i lavori di rifacimento di bagni che, fino allo scorso anno, se in linea con i criteri relativi alla rimozione delle barriere architettoniche, rientravano nell’agevolazione.

La stretta arriva dall’articolo 3 del decreto legge n. 212/2023, che tra le novità prevede inoltre l’obbligo di asseverazione da parte di tecnici abilitati sul rispetto dei requisiti di accessibilità previsti dal regolamento n. 236/1989 del Ministero dei lavori pubblici.

Il superamento delle barriere architettoniche dovrà quindi essere certificato e, al pari della generalità dei bonus edilizi, scatta l’obbligo di pagamento delle spese con bonifico parlante.

Nuovi limiti a cessione del credito e sconto in fattura anche per il bonus barriere architettoniche

A cambiare anche le regole relative alle modalità di utilizzo del bonus spettante.

Se fino alla fine dello scorso anno il bonus barriere architettoniche era rimasto escluso dalla stretta in materia di cessione del credito, le regole cambiano notevolmente nel nuovo anno.

Sarà possibile monetizzare la detrazione del 75% esclusivamente per i lavori sulle parti comuni di condomini a prevalente destinazione abitativa, per le persone fisiche con reddito fino a 15.000 euro in caso di lavori sull’abitazione principale e per i soggetti con disabilità accertata ai sensi dell’articolo 3 della legge 104.

In tutti gli altri casi le due opzioni della cessione del credito e dello sconto in fattura vengono meno e l’unica via per beneficiare dell’agevolazione sarà l’indicazione in dichiarazione dei redditi e l’utilizzo della detrazione in cinque quote annuali.

(Fonte adn-kronos)

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