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La Premier Meloni e il suo discorso

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Giorgia Meloni risponde alle domande dei giornalisti accreditati.

L’incontro cade all’inizio del nuovo anno dopo che la presidente del Consiglio è stata costretta a rimandarla per due volte (era in programma il 21 dicembre, poi il 28) per problemi di salute( a causa degli otoliti, che le hanno causato vertigini).

“L’Italia per la prima volta ha una crescita superiore a quella degli altri paesi. Inoltre il patto di stabilità parte dal 2025 e non dal 2024. Mi pare presto parlare di manovra correttiva. Noi manterremo aperto l’osservatorio e in corsa si valuterà cosa fare”. Lo ha detto la Premier alla conferenza di fine anno rispondendo ad una domanda su una eventuale manovra correttiva. 

Mes, patto di stabilità, legge di bilancio, elezioni europee, i conflitti internazionali tra Ucraina e Medio Oriente, ma anche i rilievi di Mattarella alla legge sulla concorrenza e gli ultimi casi dell’inchiesta sulle commesse Anas e dello sparo alla festa di Capodanno di Andrea Delmastro a Biella. Tra sfide future e bilanci del primo anno di governo, Giorgia Meloni ha tenuto una conferenza lunga.

“Voglio fare gli auguri di buon anno per un anno che sarò molto complesso per tutti, dalle elezioni europee alla presidenza italiana del G7”. Così il premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa alla Camera per il bilancio di fine anno dell’attività di governo. E ai giornalisti ha detto: “Farò la mia parte perché facciate al meglio il vostro lavoro: non mi aspetto altro che rispetto ma certo non sconti”. “Mi devo scusare per aver rinviato” questa conferenza stampa per “due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c’era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti, di rado sono scappata da qualcosa in vita mia”. 

“La crescita italiana è stimata, ed è un dato buono, superiore alla media europea. Io non sono per aumentare le tasse quindi se devo lavorare lavoro prevalentemente sul taglio della spesa, come fatto quest’anno, con tagli lineari alla spesa pubblica che ci hanno consentito il rinnovo del taglio del cuneo contributivo. Poi vediamo quale sarà l’andamento dell’anno” prossimo per la manovra del 2025, “bisogna sapere quali sono le risorse che si hanno, io confido che quest’anno si possa essere ragionevoli e immaginare un taglio degli interessi”. 

“Sono particolarmente preoccupata dell’impatto dell’intelligenza artificiale su vari livelli, in particolare sul mercato del lavoro. Ci troviamo di fronte a una rivoluzione, l’intelletto rischia di essere sostituito e l’impatto riguarda anche lavori di alto profilo, rischiamo un impatto devastante”. Lo ha detto Giorgia Meloni. “Organizzeremo un focus preciso sull’intelligenza artificiale al G7, ma prima sto lavorando a una iniziativa specifica sull’impatto dell’IA sul mercato del lavoro”, ha spiegato la premier.

“Io confido che lungo questo anno si posa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Il mio obettivo è confermare le misure” contenute nella manovra di quest’anno “e se riesco addirittura migliorale ma lo valuteremo in corso d’anno. Io preferisco tagliare la spesa pubblica che aumentare le tasse, non le ho aumentate e non lo farò, e penso si possa fare un lavoro anche più preciso il prossimo anno”.

“Per quanto riguarda la ‘maggioranza Ursula’ in Ue, io lavoro per costruire una maggioranza alternativa che tra l’altro negli ultimi mesi ha dimostrato di poter esistere su alcuni dossier come la transizione verde o l’immigrazione. Se questo non fosse possibile, non sarei mai disponibile a fare un’alleanza parlamentare con la sinistra, non lo ho fatto in Italia e non lo faro’ in Europa”.

“Non ho ancora deciso se candidarmi alle europee “ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del consiglio.
Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”. 

“La mancata ratifica del Mes non va letta in relazione ai risultati del patto di stabilità: sono soddisfatta delle condizioni date dall’accordo”, ma “chiaramente non è il patto di stabilità che avrei voluto io”. Così il presidente del Consiglio. Sul Mes “quello che potevo fare – e che ho fatto – è rimettermi all’Aula” che lo ha bocciato “perché non c’è mai stata una maggioranza in Parlamento per ratificare la modifica del Trattato”, ha spiegato.

“La mancata ratifica del Mes non va messa in rapporto con l’accordo sul patto di stabilità, io mi sono rimessa all’Aula e la modifica del trattato è stata bocciata, perché in parlamento non c’è mai stata una maggioranza su questo. Bisogna capire perché Conte ha dato il via libera senza che ci fosse la maggioranza, quindi penso sia stato un errore sottoscrivere la modifica del trattato, sapendo che non c’era una maggioranza in parlamento”. Lo ha detto Giorgia Meloni sul tema del Mes. “Penso che il Mes sia uno strumento obsoleto e penso che la reazione dei mercati sia una conferma di questo, i mercati sono stati consapevoli di questo, penso pure che possa essere una occasione per modificarlo, per pensare come spendere meglio delle risorse che teniamo ferme. Va reso più efficace”.

“Se la domanda è aumenta le tasse o taglia la spesa pubblica, tra le due preferisco tagliare la spesa pubblica e penso si possa fare un lavoro ancora più preciso”. “Il mio obiettivo è confermare le le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura a migliorarle, lo valuteremo nel corso dell’anno”, ha aggiunto. “Io non sono per aumentare le tasse, quest’anno le ho diminuite tagliando la spesa pubblica”. “Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell’economia quest’anno, la crescita stimata comunque – è un dato buono – è superiore alla media Ue”.

“L’ex governo Conte ha sottoscritto la modifica di un trattato quando sapeva che non c’era una maggioranza in Parlamento per approvarlo e questo va messo in Italia da una posizione di difficoltà”. Così il presidente del Consiglio rispondendo a una domanda sul Mes. “Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, forse la mancata ratifica della modifica del trattato da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformare questo strumento in qualcosa che possa essere più efficace di quello che è oggi e secondo me questa è la strada sulla quale il governo deve lavorare”, ha aggiunto.

“Mi impegno volentieri ad un confronto con Schlein. Credo sia normale, giusto che il presidente del consiglio dei ministri si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale per le elezioni europee. Non mi sono mai sottratta non lo farò stavolta”.

“Considero le nuove regole migliori di quelle precedenti. C’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi, un meccanismo che per noi è più di garanzia. Ma non è una soluzione. Non risolveremo mai il problema se pensiamo solo a come gestire i migranti quando arrivano in Europa. C’è solo un modo per risolvere il problema, lavorare a monte, cosa che riguarda anche il piano Mattei. Ma è un lavoro che non può fare solo l’Italia. Un tema fondamentale del G7 sarà l’Africa”.

“Ho letto con grande attenzione la lettera del presidente Mattarella per quello che riguarda il tema del rinnovo delle concessioni degli ambulanti” e “ovviamente l’appello del Presidente non rimarrà inascoltato. Credo che su questo occorrerà valutare nei prossimi giorni, con gli altri partiti di maggioranza e i ministri interessati l’opportunità di ulteriori interventi chiarificatori sulla materia”. 

“Quello che secondo me va fatto in Africa non è la carità, è costruire rapporti di cooperazione seri, strategici, da pari a pari e non predatori”. Bisogna “difendere il diritto a non dover migrare prima del diritto a poter migrare, e questo si fa con gli investimenti e una strategia”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa in corso a Roma. “Il piano Mattei costruisce questa idea: il mio obiettivo è che diventi un modello anche per altri paesi europei e occidentali, perché possano aggregarsi”, ha aggiunto.

Il lavoro sull’Africa, compreso il Piano Mattei, per la collaborazione con quel Continente “sarà un lavoro al centro del G7. Non ci stiamo rendendo conto di quanto sta accadendo lì, un continente ricco di materie prime ma altamente instabile”. Finora “non ha funzionato l’approccio paternalistico se non predatorio” avuto dall’Europa, “che non aiuta nella collaborazione con quel continente. No carità ma costruire rapporti di cooperazione seri e non predatori, difendere il diritto a non dover migrare e si fa con investimenti e una strategia, e il Piano Mattei costruisce una prima” base “e il mio obiettivo e’ che diventi un modello e che altri paesi possano aggregarsi per un lavoro serio di strategia”.

“Sui balneari stiamo facendo una mappatura che, curiosamente, da quando c’è stata la normativa Bolkenstein nessuno ha ritenuto di dover fare. Abbiamo fatto un lavoro serio e ora l’obiettivo del governo è un riordino sui diversi pronunciamenti, un confronto con la Commissione europea per evitare la procedura di infrazione e dare certezze agli operatori del settore. Ora c’è una difficoltà per gli operatori e gli enti che non hanno norme chiare. È un tema che sarà oggetto del lavoro delle prossime settimane”. 

“Le immagini atroci degli attacchi di Hamas hanno prodotto una recrudescenza dell’antisemitismo, vuol dire che qualcosa covava sotto la cenere, che sono state sottovalutate forme mascherate di antisemitismo”. “Quando fu votata la Commissione Segre abbiamo presentato degli emendamenti, per citare il diritto di Israele a esistere, ma per motivi politici non è stato fatto, ci siamo astenuti e poi siamo stati accusati noi di antisemitismo”, aggiunge.

“L’impostazione del governo sulle privatizzazioni è lontana anni luce dal passato, quando erano regali milionari a pochi imprenditori. Noi vogliamo ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e riaffermare la presenza dello Stato dove è necessaria. Ad esempio per alcuni non riduciamo il controllo pubblico, penso a Poste, mentre ritengo possibile fare entrare i privati dove c’è il totale controllo pubblico come in Ferrovie. Ma la tepistica non dipende solo da me. Abbiamo dato un bel segnale per Mps, alcune risorse sono rientrate. Lo Stato deve controllare quello che è strategico ma questo non vuol dire non aprirsi al mercato”. Lo ha detto Giorgia Meloni parlando delle privatizzazioni. 

I dati sull’immigrazione in Italia “non li ritengo soddisfacenti, soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia”. “Sono leggermente più soddisfatta dei dati dell’ultima parte dell’anno, che vedono un calo. La materia è una sfida epocale, si possono fare diverse iniziative che danno un consenso immediato ma non risolvono il problema sulla lunga distanza e io cerco di risolvere il problema strutturalmente con un coinvolgimento internazionale enorme”. La presidente del Consiglio ha ha detto che il suo “obiettivo e’ sempre lo stesso: lavorare in Africa, fermare le partenze, valutare l’apertura di hot spot in Africa per capire chi ha diritto a partire, parallelamente lavorare sull’immigrazione legale. E’ un lavoro molto complesso sul quale le cose cominciano a cambiare.  L’Italia ha portato un approccio serio che non ha avuto problemi a farsi ascoltare. L’Italia non aveva mai posto questo problema così. Se mi chiede se sono soddisfatta ‘no’, se mi chiede se sarò soddisfatta a fine legislatura, ci sto lavorando”.

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