Videogiocare fino alla fine
Un ragazzo di tredici anni è riuscito a finire Tetris, lo storico videogioco puzzle in cui cadono mattoncini di varie forme da incastrare velocemente facendo sparire le linee piene prima che lo schermo si riempia e game over. Non so se avete reso l’idea, in quarant`anni non c`era mai riuscito nessuno, e ci riesce lui, Willis Gibson, americano, arrivando al cosiddetto «kill screen», dopo il quale c`è il nulla, il gioco si blocca (detta così sembra anche una metafora della vita).
E’ la dimostrazione che l’essere umano, anche se giovanissimo, può riuscire in imprese ritenute impossibili.
Non dovrei vantarmi, ma anche io, beh, dopo 32 anni, circa, ho finito un gioco, Galaga. E’ stata una sorpresa, poi una mezza delusione, ma alla fine contentezza per esserci riuscito. Quante monetine mi era costato giocarci al cabinato nello chalet California a Minori(Sa) da bambino! Dopo anni, ho avuto modo di avere tra le mani la ROM made by Salmoira e ci ho dato dentro ininterrottamente, fortunatamente mettendo in pausa quando il corpo lo chiedeva.
Terminare un videogioco, una volta, spesso comportava l’amarezza di dover leggere ugualmente la scritta Game Over.
Non so adesso, se non sbaglio, esce la scritta “you have finished” o altro ancora.
Ho provato con Space Invaders, il gusto retrò mi ha sempre affascinato per i miei ricordi anni ’80, ma è noioso dopo un pò.
Sta di fatto che vale sempre il detto “se insisti e resisti raggiungi e conquisti”, come per una mia brillantissima ex, capace di risolvere lo stramaledettissimo(ma geniale) Cubo di Rubiq in pochi secondi con poche mosse “calcolate”.
A tutti i videoludopati, il mio augurio (da ex videoludopate da sala giochi) è che possiate passare sempre di livello, scoprire mod e sconfiggere i nemici, risolvere gli enigmi, risparmiare energia o “vite”.
SuperMario vegli su di voi!
