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Femminicidio 30 gennaio 2018 di Pamela Mastropietro: aggiornamenti

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“Che nel 2024 si possa finalmente avere giustizia!”. E’ quanto ha chiesto la famiglia di Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si allontanò da una comunità per il recupero da tossicodipendenze di Corridonia, fu violentata, uccisa, fatta a pezzi e i suoi resti ritrovati in due trolley a Pollenza (Macerata) nel gennaio del 2018, in un post sulla pagina della piattaforma digitale Facebook dedicata alla ragazza, in vista dell’udienza che si terrà tra una ventina di giorni davanti alla Corte di Cassazione.Accusato di aver ucciso e ridotto a pezzi la ragazza, è stato condannato definitivamente il nigeriano Innocent Oseghale mentre riguardo all’accusa dell’aggravante della violenza sessuale la Cassazione aveva deciso un appello bis, nei mesi scorsi, confermando la condanna. Attorno l’aggravante dello stupro gira la conferma dell’ergastolo o, al contrario, un eventuale sconto di pena. Prossimamente quindi, a pochi giorni dal sesto anniversario del brutale massacro, la Cassazione si pronuncerà dopo il ricorso dei legali dell’imputato.

“Il 23 gennaio prossimo si svolgerà l’ennesimo grado di giudizio in Cassazione, per decidere, una volta per tutte, se Pamela sia stata oggetto anche di violenza sessuale. Sembra assurdo, dal momento che, ancora una volta, ci si troverà a discutere sull’utilizzo o meno di un profilattico, quale linea di confine tra la sussistenza di questo reato o meno – sottolinea nel post su FB la famiglia di Pamela – Con tutto il rispetto possibile per la stessa Corte di Cassazione che, nel 2022, fu lei a dar seguito a tale dubbio, sembra, onestamente, di vivere una situazione surreale: come si può andare a discutere di ciò in un contesto in cui una ragazzina è stata uccisa con due coltellate, deprezzata chirurgicamente in più di venticinque parti, disarticolata, scuoiata, scarnificata, decapitata, esanguata, asportata di tutti i suoi organi interni, lavata con la candeggina fin dentro la cervice uterina, messa in due trolley e lasciata sul ciglio di una strada?”.

Secondo la famiglia, che non vuole “giustizialismo, ma giustizia”, con tutta “la buona volontà del caso, a tutto ci dovrebbe essere un limite, soprattutto quando ben tre Corti di Assise abbiano, nel merito, stabilito che Pamela sia stata, ovviamente, anche violentata”.

“Leggere di polveroni mediatici sollevati per molto meno, in altri casi, aumenta l’amarezza, perché, in questo caso, pochi si sono scandalizzati, pochi sono scesi in piazza, pochi hanno gridato allo scandalo. È vero: in questo caso, c’è di mezzo, come detto, un nigeriano, ed allora si diventa tutti oltremodo volutamente indifferenti, quasi a non voler sottolineare l’accaduto che, occorre ricordare, ha costituito un unicum nella storia della criminologia mondiale degli ultimi cinquanta anni – aggiunge la famiglia di Pamela – E, dall’altra, vi è una ragazzina che, da certa stampa, è stata definita una tossica, alterando la realtà delle cose, quasi a voler dire che se la fosse quasi cercata e, quindi, meritata, la fine che ha fatto”.

“Quella stessa stampa che poi, magari, è insorta, gridando allo scandalo ed alla lesa maestà dell’autodeterminazione del genere femminile, quando si è detto che le ragazze dovessero stare attente a bere o a come andassero vestite, per evitare di incorrere in ovvi pericoli – osserva ancora – L’assurdo, è che è il nigeriano in questione a denunciare, ad ogni piè sospinto, attraverso i suoi legali, una asserita discriminazione nei suoi confronti: sì, avete capito bene!”.

“Ad ogni buon conto, confidiamo che questo anno possa mettere la parola fine a questa parte di storia, consegnando alle patrie galere Innocent Oseghale una volta per tutte e per il resto della sua vita – conclude la famiglia di Pamela – Che fosse da solo o no, costui non merita altra condanna che quella dell’ergastolo: lo chiede una diciottenne che ha fatto la fine che ha fatto; lo chiediamo noi come famiglia; lo chiede tutta la brava gente che, in questi anni, ci è stata accanto e che, come noi, si domanda come non si sia ancora posta la parola ‘fine’ su questa tragedia. Speriamo che il 2024, dunque, sia l’anno della giustizia definitiva”.

Qui non si parla di razzismo ma di giustizia. C’è da condividere pienamente le ragioni della famiglia di Pamela per quanto orribilmente successo. Cosa che ancora non è stata messa in luce, è proprio l’orribile modalità con la quale “Innocent”(ma solo di nome) si è disfatto del cadavere della povera ragazza, modalità questa tra quelle molto in uso presso la temutissima mafia nigeriana, capace anche di costringere donne connazionali alla prostituzione minacciando con riti di magia nera tribale africana.

L’Italia in questi anni ha importato il meglio del peggio, ed ecco i risultati. Certo, i criminali di casa nostra non scherzano affatto, ma vedrete, di sicuro col tempo a venire, che capiteranno casi e casi anche ben peggiori della povera Pamela fatta a pezzi. E non solo di criminalità “bassa” riguarderanno gli eventi, ma di episodi con profili più “alti” e pericolosi per l’intera nazione. Così come sta accadendo in Germania ma soprattutto in Francia, dove si ritrovano(già denunciato pubblicamente dall’attrice Brigitte Bardot) cittadini figli anche di terza generazione di immigrati, che sono cittadini tedeschi o francesi solo sulla carta, ma che sono in realtà, radicalizzati nei loro estremismi ideologici e religiosi contrari ai principi liberali-costituzionali proprio della nazione che li ha visti nascere.

C’è stato e c’è tutt’ora il sospetto che l’immigrazione non sia stata, non solo controllata per l’imponenza dei flussi di arrivo, ma nemmeno presa in considerazione per l’avversione che molti elementi portano con sé verso il mondo occidentale, col proposito di sovvertire e annichilire lo stato in cui prendono cittadinanza. Ma questa è solo una supposizione. Lungi dal sottoscritto ogni adito di razzismo, perché siamo tutti uguali agli occhi delle stelle diceva un poeta, ma no stessi dovremmo accorgerci di come, proprio in base a questa difesa di concezione liberale, l’antirazzismo, giochino slealmente coloro che vogliono imporre le loro tradizioni e “leggi etniche” agli originari abitanti che hanno costruito nei secoli la nazione. L’ Europa sta giocando pericolosamente, perchè in democrazia vale il numero, e il numero degli europei si assottiglia.

Detto questo, quando nel 2018 appresi la notizia dell’omicidio di Pamela, nemmeno avrei pensato che fosse stato un immigrato, ma forse un pazzo maniaco nostrano ad aver compiuto un atto così abominevole.

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