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Resta in carcere ex poliziotto coinvolto in inchiesta su spaccio di droga

Per i giudici le sue condizioni sono compatibili con il regime detentivo. Rigettata istanza di differimento della pena.

Secondo i giudici le sue condizioni di salute sono compatibili con la detenzione carceraria. Il tribunale di Sorveglianza di Napoli, presidente Patrizia Mirra, ha rigettato l’istanza di differimento della pena avanzata da Francesco Braccio, ex poliziotto 59enne di Marcianise, condannato in via definitiva per associazione finalizzata allo spaccio di droga a 14 anni, con fine pena nel 2029.

A gennaio i giudici avevano rigettato l’istanza di differimento della pena nelle forme della detenzione domiciliare cui era sottoposto in quanto nonostante varie patologie era stato ritenuto compatibile con il regime carcerario. Braccio, difeso dall’avvocato Nicola Musone, ha però riproposto istanza rappresentando un peggioramento delle proprie condizioni di salute.

Nella sua relazione, il medico ha evidenziato che il detenuto avesse necessità di contatti con presidi sanitari territoriali ma non in maniera costante non rilevando un peggioramento del quadro clinico. Anzi. Le condizioni di salute dell’ex poliziotto sarebbero addirittura migliorate tanto da indurre il tribunale a negare un’ulteriore proroga della detenzione domiciliare. Le patologie – ribadiscono i giudici – sono costantemente monitorate e fronteggiate in ambiente inframurario, dotato di centro clinico con ricorso, se necessario, a strutture territoriali.

Alla luce di tali deduzioni, secondo i giudici, non sussistono problemi di incompatibilità con il regime carcerario, come invece sottolineato dal consulente di parte (la cui relazione risale ad aprile e non tiene conto di successive indagini cliniche). La richiesta è stata, dunque, respinta.

Quando vengo a conoscenza di fatti del genere ci resto davvero male, anche perché io credo fermamente nelle forze dell’ordine.

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