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Minacce in stile pakistano

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Se tra gli italiani ormai è diventato normale minacciare le donne dicendo” farai la fine di Giulia Cecchettin, o quella di Vigonovo”, all’interno della comunità pakistana, dato il clamore suscitato dalla vicenda di Novellara, si usa “Se non ti sposi fai la fine di Saman”.

Squallore totale.

Un uomo e la seconda moglie, entrambi di origine pakistana, volevano obbligare la figlia a sposare un lontano cugino. La ragazza ha vissuto per anni quasi segregata in casa.

Ancora il delitto di Novellara, ancora minacce ad una giovane donna di origini pakistane da parte della famiglia retrograda che voleva costringerla a contrarre un matrimonio combinato con un lontano parente. 

“Se non ti sposi fai la fine di Saman”.  Le parole, che lasciano intendere una morte simile a quella della diciottenne uccisa nel 2021, sono state pronunciate dal padre e dalla sua seconda moglie nei confronti della figlia ventenne.

La ragazza, rimasta orfana della madre naturale alla nascita, era stata da anni promessa a un matrimonio combinato con un lontano cugino. A rendere ancora più drammatici i contorni di quella che sarebbe potuta diventare una vera e propria tragedia, il particolare macabro che il promesso sposo sia il figlio del presunto omicida della madre, uccisa quando ancora vivevano in Pakistan. 

Secondo quanto riportato dalle indagini, la giovane non era libera di uscire di casa, di poter lavorare ed era stata obbligata infine a interrompere gli studi dopo la terza media. Vivendo sotto continuo ricatto e in pratica segregata, padre e matrigna le dicevano che, in quanto musulmana, doveva seguire precetti e comportamenti idonei dettati dall’Islam e di non fidarsi quindi degli  assistenti sociali ai quali, recentemente, la ragazza si era rivolta chiedendo aiuto, confessando la volontà del padre di costringerla a partire per un viaggio in Pakistan. 

I Carabinieri della stazione di Novellara hanno quindi arrestato l’uomo, 52 anni, e la e la donna, 37, con l’accusa di reati di maltrattamenti in famiglia e del reato di costrizione o induzione al matrimonio.

Per i due squallidi aguzzini è scattata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e l’obbligo del braccialetto elettronico per entrambi.

A scanso di equivoci, onde evitare di passare per razzista(lungi da me), vorrei ricordare a tutti i cittadini stranieri che si trovano in Italia che sono tenuti a rispettare le Leggi della Repubblica Italiana, al di sopra del loro credo religioso, o tribale, o familiare o abitudinario. Cosi come noi italiani rispettiamo le leggi e persino le usanze e i costumi quando ci rechiamo fuori dal Paese, così chiunque si rechi in Italia deve rispettare le nostre leggi, e per giunta anche quelle Europee. Se non sono d’accordo, possono andare ovunque vogliano, Polo Sud compreso, anche se lì è necessario un radiogoniometro per trovare la direzione della Mecca( ma forse un buon satellitare può esservi utile).

E’ a dir poco disgustoso l’uso che certi individui fanno di vicende tragiche che dovrebbero invece suscitare pietà e compassione ed essere esempio di sacrificio e libertà. Io rispetto gli islamici, ho avuto amicizie di islamici che sono delle persone degne di tutto rispetto, ma l’estremismo, l’ottusità, l’ignoranza “comoda” per i propri vantaggi la trovo a dir poco esecrabile, qualsiasi possa essere la religione in cui si crede.

Bisognerebbe credere prima nell’essere umano e nella libertà di affermarsi e realizzarsi senza alcuna costrizione comportamentale. Poi tutto è secondario, senza dare fastidio al prossimo, senza imposizioni contra legem.

Le donne vanno rispettate indipendentemente da qualsiasi religione.

Donna vita libertà.

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