Un altro reattore nucleare del complesso di Yongbyon, nel centro della Corea del Nord, sembra essere operativo. L’allarme arriva dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), passato meno di un mese dall’allerta per un aumento dei livelli di attività negli impianti.
Solo ieri, dopo il lancio lunedì di un altro missile balistico intercontinentale(finito nel Mar del Giappone), il leader nordcoreano Kim Jong Un minacciava un attacco termonucleare in caso di “provocazioni” con “testate atomiche”.
Ad aprile il progetto ’38 North’, un think tank Usa, segnalava che Pyongyang era prossima a concludere la costruzione di un nuovo reattore. A ottobre l’Aiea riferiva di “attività di costruzione” in un reattore nucleare e “indizi sul funzionamento dei siti di centrifughe di arricchimento dell’uranio”.
Adesso il direttore generale Rafael Grossi ha fatto sapere che “osservazioni più recenti indicano che l’acqua scaricata è calda”, un fatto “compatibile con l’attuale avvio in corso del Reattore ad acqua leggera (LWR- Light Water Reactor), un processo che richiede tempo”.
“Senza accesso ai siti, l’Agenzia non può confermare il suo status operativo”, ha sottolineato, avvisando che, “come qualsiasi altro reattore nucleare, un Lwr può produrre plutonio”. “Sulla sicurezza dell’LWR non abbiamo informazioni sufficienti per fare una valutazione – ha detto ancora – Un ulteriore sviluppo del programma nucleare della Corea del Nord, compresa la costruzione e l’operatività dell’LWR, presuppone una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Kim Jong Un se ne “frega” altamente delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per un tiranno egomaniaco come Kim, produrre plutonio significa più potere, più controllo, più voce in capitolo nel panorama internazionale. E se dovesse rischiare una crisi vera e propria, probabilmente sarebbe capace di attivare le testate atomiche, nella sua lucida follia.