Oggi, 22 dicembre, è stata programmata per le ore 10.30 l’autopsia sul corpo di Vanessa Ballan, la 26enne incinta uccisa a coltellate con sette fendenti, martedì scorso, nella sua casa di Riese Pio X in provincia di Treviso. L’esame autoptico si svolgerà nell’ospedale veneto. Il presunto assassino, il kosovaro Bujan Fandaj, è attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario plurimo e pluriaggravato.
Dalla ricostruzione fatta dal Procuratore Capo della Repubblica di Treviso, Marco Martani, Vanessa “prima di essere accoltellata è stata anche picchiata perché sul volto c’erano segni di percosse violente”. La vittima, ha riferito Martani, “ha cercato di parare i colpi perché aveva ferite alle mani, ha cercato di ripararsi”. Riguardo alle “sette coltellate, più di una era mortale”, ha affermato. Tutti elementi che oggi dovranno essere approfonditi nell’esame medico-legale sul corpo della povera Vanessa.
Per Bujar Fandaj ieri davanti al GIP del tribunale di Treviso c’è stata la convalida del fermo con disposizione della custodia cautelare in carcere. Il giudice, ai fini della convalida, ha ritenuto che al momento del fermo, come documentato dai carabinieri, fosse ravvisabile il pericolo di fuga dell’indagato. Ha poi condiviso la qualificazione giuridica del reato – omicidio volontario plurimo e pluriaggravato – fatta dalla procura e ritenuto di ravvisare le esigenze cautelari del pericolo di fuga e quello di reiterazione del reato. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Poco più di un mese fa l’uomo era stato denunciato per stalking (persecuzione)da Vanessa. Dopo la querela presentata dalla vittima, “non c’erano più stati episodi di molestie o di avvicinamenti indesiderati da parte di Bujar nei confronti di Vanessa”, ha detto Martani spiegando che “le denunce di codice rosso vengono trattate dal magistrato di turno esterno, nell’ipotesi in cui il magistrato di turno esterno non sia anche un magistrato del gruppo fasce deboli e violenza di genere, dopo che il magistrato di turno esterno ha preso provvedimenti di immediata urgenza, passa il fascicolo al magistrato del gruppo specializzato”. Buroscrazia.
“Nel caso specifico il magistrato di turno esterno, che non fa parte del gruppo magistrati specializzati, nel giro di un giorno ha disposto la perquisizione e ha disposto che il fascicolo passasse al magistrato di turno fasce deboli. Quest’ultimo non ha ritenuto che ci fosse una situazione che imponesse una immediata richiesta di misura cautelare ma ha ritenuto di approfondire gli atti di indagine chiedendo i tabulati del telefono di Bujar perché i messaggi erano stati cancellati da Vanessa”, ha spiegato.
Forse ai magistrati serve un po’ di inventiva e intuito in più. Soprattutto visti i tempi attuali, dove le vittime di femminicidio raggiungono cifre quasi da bollettino di guerra. Senza contare le “normali” violenze domestiche o atti persecutori che non vengono denunciati dalle vittime per paura di ritorsioni o vergogna o quant’altro.
Seguiremo gli sviluppi investigativi e legali di questa triste vicenda.