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Intelligenza Artificiale e leggi

20 dicembre(ieri) .La Suprema Corte del Regno Unito ha definitivamente respinto le istanze dell’imprenditore americano Stephen Thaler per ottenere due brevetti per altrettante creazioni di un sistema di AI autogenerativo di sua proprietà chiamato “DABUS”( assonanza con the boss, “il capo”). Lo stesso Thaler aveva perduto, lo scorso agosto, una causa del tutto simile negli Stati Uniti di fronte al giudice Federale di Washington (DC).

Le motivazioni del giudice inglese, David Kitchin, sono piuttosto articolate ma, in essenza, statuiscono che un “inventore” deve essere, secondo la legge inglese “un essere umano o una società non una macchina”. Il giudice americano aveva motivato il suo rifiuto con la mancanza di adeguato contenuto creativo e originale nelle produzioni dei sistemi AI di machine learning(apprendimento).

In realtà le decisioni dei giudici, sia americano che inglese, non possono stupire perché, allo stato, i sistemi di AI sono più degli strumenti che degli operatori e quindi fuori, per definizione, dalla possibile tutela delle leggi sul copyright/diritto d’autore. Si è detto: allo stato, nessuno può infatti dire come evolveranno questi sistemi anche nel breve/medio periodo. Sembra si voglia già dotare di identità qualcosa che non ha “spirito”.

Nel suo ultimo, e molto pubblicizzato, intervento romano Elon Musk, in un incontro privato, ha sottolineato quanto “sia difficile oggi dire cose intelligenti sull’AI perché anche mentre stiamo parlando la tecnologia e la scienza vanno avanti e tutto è in evoluzione”. Più che vero. Un motivo in più per evitare con l’AI gli errori fatti con Internet tra la fine degli ’80 e i ’90 del secolo scorso quando fu deciso (negli Stati Uniti ma poi il mondo seguì) che non era necessaria alcuna regolamentazione. I risultati li abbiamo visti con le creazioni di imprese (le famose Over The Top) semi-monopolitiche con potenza economica e mediatica superiore agli Stati( vedi Microsoft, FB, YT, Google…).

L’accordo raggiunto in sede UE su un testo legislativo che porterà entro il prossimo febbraio alla prima articolata normativa sull’AI a livello mondiale è un segnale importante sia della consapevolezza dell’urgenza di adeguati interventi istituzionali sia di quanto sia difficile realizzarli proprio perché (come dice Musk) il settore è in fortissima evoluzione. Tant’è che la legge UE (originata a livello tecnico nel 2022) non comprendeva i sistemi autogenerativi tipo Chat GPT divenuti popolarissimi negli ultimi mesi. A breve i Legislatori si troveranno di fronte, da un lato, alla necessità di trovare norme chiare ed efficaci che tutelino soprattutto i diritti di scelta e di trasparenza dei consumatori, dall’altro, alla necessità di evitare che regole non adeguate blocchino lo sviluppo e l’innovazione in un settore che è, senza dubbio, la chiave della nuova modernità.

Resta da vedere quale piega prenderà questa “evoluzione” dell’Intelligenza Artificiale, che, secondo un collaboratore di AsLimItaly, vincerà sull’umanità, proprio a causa della sua “naturale” stupidità. La posizione giuridica ed economica porrà in futuro diverse problematiche che non ancora siamo pronti a far fronte.

L’intelligenza Artificiale deve essere il mezzo, non il fine, e comunque, come è successo per la robotizzazione industriale, se da un lato si è perfezionato il sistema produttivo, dall’altro si è eliminata quella percentuale di esseri umani, lavoratori, sostituiti dalle macchine. E la cosa, non più semplicemente fisica, diventerà anche intellettiva.

(Fonte, Masi per ADN-Kronos)

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