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Berlino sbaglia, ma va tutto bene.

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Sembrerebbe il copione di una commedia all’italiana anni ’70. Si vota a Roma per le elezioni nazionali e per il sindaco, e la Corte Costituzionale annulla il risultato, e richiama alle urne i cittadini per due volte. Oppure il caos avviene a Napoli, considerata ingiustamente inaffidabile negli scrutini. In realtà i napoletani nel loro mestiere, a teatro o in cucina, sanno essere rigorosi più dei teutonici. Napoli è più pulita della capitale, e il metro funziona quasi senza intoppi. L’ho detta, anzi scritta grossa.

Ma  il caos è scoppiato a Berlino, dove si è votato il 26 settembre del 2021, ma ben 29 mesi dopo, l’11 febbraio, una parte dei cittadini dovrà tornare alle urne. E diverse migliaia avevano già rivotato per la seconda volta, nel novembre del 2022, ma solo per le elezioni locali.

La Corte Costituzionale ha annullato il voto nazionale in 455 dei 2256 sezioni elettorali: la consultazione si è svolta in condizioni assurde. I giudici hanno bocciato anche i controllori del Bundestag, il Parlamento: sono stati a loro volta poco rigorosi nel convalidare i risultati. A febbraio, ha precisato la Corte, potranno votare anche quanti in questi due anni sono diventati maggiorenni(!), saranno esentati invece coloro che nel frattempo sono andati ad abitare in altri quartieri della capitale. Ma i berlinesi non avranno cambiato idea nel frattempo ? I partiti e diversi eletti sono in ansia per ciò che sta per accadere. Comunque la terza replica non potrà stravolgere l’attuale maggioranza al Bundestag.

Quel dì 26 febbraio, sono andati a votare per rinnovare il consiglio comunale centrale, e quello dei dodici quartieri (ognuno ha il suo municipio e anche un sindaco), per le elezioni nazionali e, come se ciò non bastasse, anche per un referendum indetto per confiscare le case delle grandi imprese edilizie e risolvere l’annosa crisi degli alloggi. Consultazione pressoché inutile perché i referendum in Germania non hanno valore.

Era stata autorizzata anche una maratona che per diverse ore ha paralizzato il traffico. In alcune sezioni sono mancate le schede, e si è improvvisato all’italiana (direbbero i teutonici) fotocopiando quelle giunte in tempo. I seggi sono rimasti aperti per ore dopo la chiusura ufficiale, quando erano già noti i risultati parziali, e molti elettori in coda da ore sono andati a casa soddisfatti o scontenti perché il loro partito aveva già vinto o perduto.

Sono stati falsati i risultati anche in 1300 sezioni che contavano i voti giunti per posta, e non si spiega come mai sia stato possibile. Ma anche in Germania tutto è possibile.

Il governo federale aveva deciso di rifare le elezioni in appena 300 seggi, i cristianodemocratici all’opposizione hanno presentato ricorso e i giudici costituzionali hanno dato loro ragione. I ricorsi contro il risultato di due anni fa erano più di duemila. Nel novembre del ’22 si era rivotato in 327 seggi, ma solo per il municipio. Non è cambiato il vecchio risultato, ma alcuni consiglieri centrali o di quartiere hanno perso la poltrona.

Nel ’21, al governo della capitale erano i verdi, la Linke e i socialdemocratici, ma sono stati bocciati. Oggi il sindaco è cristiano democratico.

In realtà il caos fu provocato dai responsabili di quartiere, e molti di loro sono attualmente in carica.

Questa vicenda è ottimo materiale di studio per coloro che devono sostenere all’università l’esame di Diritto Costituzionale Comparato. Ma temo che i docenti accademici ci marceranno sopra, falciando molti studenti con domande-trabocchetto, come sono soliti fare.

Keine Probleme, mein lieben freunde.

(Fonte:Italiaoggi)

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