L’uomo è accusato di aver ucciso, nel giugno del 2022, Nevila Pjetri e Carlo Bertolotti, entrambi legati al mondo della prostituzione.
Ergastolo per Daniele Bedini, il 33enne di Carrara, di professione falegname, accusato del duplice omicidio di Nevila Pietri e di Carlo Bertolotti, transessuale noto con il nome di “Camilla”.
La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise della Spezia nel corso della giornata di oggi, lunedì 18 dicembre. I giudici hanno così accolto le richieste della pm Monica Burani che ha definito gli omicidi “spietati, che non ammettono alcuna attenuante”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli omicidi vennero commessi nel giugno del 2022, a Sarzana.
Daniele Bedini uccise prima Nevila Pjetri (35 anni). La donna, residente a Carrara, venne uccisa con un colpo di pistola alla tempia il 5 giugno del 2022. Una volta commesso l’omicidio, Bedini si sarebbe poi disfatto del corpo gettandolo sul greto del torrente Parmignola.
Fu poi il turno del 43enne Carlo Bertolotti, parrucchiere transessuale che si faceva chiamare “Camilla”. Bertolotti morì il 6 giugno 2022, sempre mediante colpo di pistola sparato alla testa. Il suo cadavere fu abbandonato nelle sterpaglie a poca distanza dal luogo in cui era stata uccisa Nevila Pjetri.
Il filo di collegamento tra Nevila Pjetri e Carlo Bertolotti fu non solo la terribile morte, ma anche il legame che avevano entrambe col mondo della prostituzione.
E’stato stesso modus operandi(modalità di azione omicida) dell’assassino a convincere gli inquirenti che bisognava cercare un solo responsabile per entrambi i casi. Le indagini avevano infine portato a Daniele Bedini.
Fondamentali le immagini ricavate dalle videocamere di sorveglianza presenti nella zona, che avevano permesso l’identificazione dell’auto del 33enne. C’è stata poi l’identificazione dell’arma del delitto, una calibro 22 mai ritrovata. Una pistola dello stesso tipo, tuttavia, era stata sottratta al padre del giovane.
Daniele Bedini era stato quindi sottoposto a fermo d’indiziato di delitto a partire dallo scorso 7 giugno 2022. A incastrarlo il suo Dna, trovato sui mozziconi di sigaretta rinvenute in auto, così come le tracce di sangue di entrambe le vittime sul suo furgone.
Al momento Bedini è dietro le sbarre del carcere di Novara. Prima del trasferimento, era stato accolto nelle case circondariali di La Spezia e Cuneo, da cui aveva anche cercato di evadere.
Nessuna attenuante per l’imputato, come richiesto dal Pubblico Ministero Monica Burani, che ha parlato di “omicidi spietati”. L’uomo è stato condannato all’ergastolo.
