Consiglio e Parlamento europeo hanno deciso di rafforzare il contrasto ai reati ambientali elaborando una nuova proposta di direttiva che dovrebbe sostituire quella emanata nel lontano 2008. La nuova direttiva ha lo scopo di stabilire norme minime per la definizione dei reati e delle relative sanzioni per tutelare l’ambiente. Tra le principali misure, viene allargato il numero di reati contro l’ambiente che salgono dagli odierni 9 a 18. In particolare vengono introdotti reati relativi al traffico di legname, causa di deforestazione e quindi di danni all’ecosistema del verde, al riciclaggio di componenti inquinanti delle navi e alla violazione grave della legislazione in materia di sostanze chimiche. Le istituzioni europee inoltre hanno stabilito di introdurre una clausola che riguarda i cosiddetti “reati qualificati” ossia quelle azioni illegali provocate volontariamente che causano distruzione, danni irreversibili, diffusi e rilevanti e duraturi a un ecosistema di dimensione o di valore ambientale rilevante, a un habitat naturale all’interno di un sito protetto, alla qualità dell’aria, alla salubrità del suolo o delle acque.
Le nuove sanzioni adottate dall’UE
L’inasprimento delle sanzioni previsto nella proposta di nuova direttiva UE distingue se il reato è commesso da persona fisica o da persona giuridica. Nel dettaglio, per le persone fisiche:
In caso di “reati qualificati” (come sopra specificati), che causano danni catastrofici, viene stabilita una pena massima di almeno 8 anni di reclusione.
In caso di reati commessi per grave negligenza che provocano il decesso di persone, viene stabilita una pena massima di almeno 5 anni di reclusione.In caso di altri reati dolosi previsti dalla normativa, viene stabilita, a seconda del caso specifico, una pena massima di 5 o 3 anni di reclusione.
In caso di reati di natura dolosa che causano il decesso di persone, viene fissata una pena massima di almeno 10 anni di reclusione.
Qualora i reati ambientali siano perpetrati da persona giuridica sono previste le seguenti sanzioni:
Per i reati più gravi viene fissata una pena pecuniaria pari ad almeno il 5% del fatturato mondiale complessivo della persona giuridica o, in alternativa, una somma pari a 40 milioni di euro. Per tutte le altre categorie di reati ambientali viene prevista una sanzione pecuniaria massima pari ad almeno il 3% del fatturato mondiale complessivo della persona giuridica o, in alternativa, una somma pari a 24 milioni di euro.
Inoltre, è possibile che vengano adottate misure ulteriori, tra cui l’obbligo per l’autore del reato di ripristinare l’ambiente o di compensare i costi connessi ai danni causati, il ritiro di permessi o di autorizzazioni, l’esclusione dall’accesso ai finanziamenti pubblici.
Controlli potenziati
Per potenziare le azioni di accertamento, indagine e persecuzione in tema di reati contro l’ambiente, gli Stati Membri devono prevedere una specifica formazione per i soggetti coinvolti direttamente, quali giudici, operatori di polizia, Pubblici Ministeri. A tale proposito i singoli governi dovranno mettere a disposizione le risorse adeguate, sia a livello finanziario che di personale qualificato. Infine, la direttiva contiene indicazioni in materia di assistenza e sostegno per tutti coloro che segnalano reati ambientali e per coloro che sono stati colpiti dagli effetti dovuti a un reato ambientale.
Nulla da eccepire. La direzione dell’UE per salvaguardare l’ambiente ha di certo la sua tempistica, speriamo quindi si possa procedere prima che avvengano fatti criminosi che danneggino l’ambiente e quindi le nostre vite.