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Ucciso a fucilate e carbonizzato in auto

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Pietro Caprio, insegnante di scienze motorie 58enne di Cellole in servizio a Minturno e socio di una cooperativa di salvataggio attiva sul Litorale Domizio, è stato ritrovato carbonizzato a bordo di una Dacia Duster vecchio modello in prossimità della Pineta di Cellole, in località Pietre Bianche, nella mattinata del giorno sabato 4 novembre.

L’esame dell’autopsia disposto lo scorso 13 novembre dai sostituti procuratori Chiara Esposito e Gionata Fiore, conferma in maniera definitiva l’identità della vittima e l’ipotesi dagli inquirenti: Caprio è stato raggiunto quasi sicuramente da un colpo di fucile e poi dato alle fiamme per cancellarne ogni traccia.

Il funerale si terrà il giorno giovedì 14 dicembre presso la chiesa San Marco e San Vito di Cellole.

Per il cruente fatto di sangue è stato fermato Angelo Gentile, 84 anni di Baia Domizia, con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. I Carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca sono risaliti all’84enne grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche in via Pietre Bianche, dove si vede la vettura dell’84enne, una Fiat Palio , affiancarsi a quella della vittima, la Dacia Duster sopra menzionata, in direzione di un canneto . Dopo almeno 20 minuti dai filmati si vede solo la Fiat Palio dell’indagato lasciare la località Pietre Bianche a Baia Domizia. Le successive indagini dei militari hanno fatto risalire all’84enne. A casa dell’indagato i carabinieri hanno trovato due fucili da caccia a doppietta e sottoposto quindi l’auto a sequestro. Per gli investigatori il colpo d’arma da fuoco che avrebbe decretato la morte del professore di educazione fisica sarebbe partito da uno dei fucili detenuti e sequestrati ad Angelo Gentile. L’indagato poi avrebbe appiccato un incendio al fine di eliminare ogni prova fisica rilevante.

Ascoltato dai pubblici ministeri per 4 ore in sede di interrogatorio, Angelo Gentile, assistito dal suo legale l’avv. Gabriele Gallo, ha ammesso di conoscere la vittima sin dal 2002. In quell’anno Pietro Caprio gli avrebbe ‘prestato’ la somma di 10.000 euro la cui ultima ‘rata di estinzione’ risale ad alcune settimane addietro. Ha inizialmente negato di aver utilizzato l’auto nel pomeriggio di venerdì 3 novembre, orario in cui si è consumato l’orrendo delitto in soli 20 minuti per poi ‘ misteriosamente’ ricordare l’utilizzo della propria vettura per accedere al canneto situato nella località del ritrovamento della vittima.

L’84enne avrebbe poi fornito agli inquirenti una differente versione del fatto. Pietro Caprio era in compagnia di una donna in un momento di intimità e c’era un uomo poco distante appostato che li spiava. Versione dei fatti non credibile per gli investigatori.

Pietro Caprio giaceva carbonizzato al posto di guida a bordo della sua Dacia Duster completamente ridotta allo scheletro e i vetri infranti a causa dell’incendio quando è stato ritrovato da due guardie venatorie della sezione Federcaccia di Sezione di Cellole che hanno allertato i soccorsi. La pioggia torrenziale dei giorni scorsi ha evitato che il rogo coinvolgesse il canneto in prossimità del quale è stata fatta la macabra scoperta.

E’ totalmente crudele ed efferato il modo in cui si è data la morte al Prof. Caprio, in stile mafioso d’altri tempi, ma che persistono ancora al giorno d’oggi.

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